Arresti per mafia a Siracusa, tra questi l’ex assessore regionale Giuseppe Sorbello

Arresti per mafia a Siracusa, tra questi l’ex assessore regionale Giuseppe Sorbello

MELILLI – Giuseppe Sorbello, ex assessore regionale ed ex sindaco di Melilli, paese nel Siracusano, è uno dei 12 arrestati nell’ambito dell’operazione Asmundo dei carabinieri di Siracusa nell’ambito di un’inchiesta coordinata dai magistrati della terza area della Procura distrettuale di Catania.

L’accusa all’ex assessore regionale

Secondo l’accusa, Sorbello, alle amministrative a Melilli del 2022, avrebbe “accettato la promessa di ottenere voti in cambio di denaro e dell’impegno a operarsi per agevolare la scarcerazione del figlio di un affiliato“.

Le elezioni furono vinte dall’attuale sindaco, Giuseppe Carta, deputato regionale del Mpa con il 75 per cento dei consensi.

Droga, estorsioni e compravendita di voti: dodici arresti fra il Clan Nardo

Scambio elettorale politico-mafioso, estorsioni, detenzione di armi e stupefacenti, introduzione in carcere di dispositivi telefonici, con i quali dal carcere gestivano i loro affari: sono alcune delle accuse contestate a 12 persone gravemente indiziate di essere organizzatori ed affiliati al Clan “Nardo” operante nell’area nord della provincia di Siracusa e ritenuta costola della famiglia di cosa nostra catanese “Santapaola Ercolano”.

Dieci di loro sono finite in carcere e due ai domiciliari, in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Catania, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia ed eseguita dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Siracusa.

Avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo gli arrestati, secondo quanto emerso nell’indagine, erano riusciti ad acquisire, in modo diretto e indiretto, la gestione o comunque il controllo di numerose attività economiche e imprenditoriali, prevalentemente nel settore agro-pastorale, nell’area nord della provincia siracusana.

Il reato di scambio elettorale politico-mafioso è contestato anche ad un candidato sindaco delle scorse elezioni amministrative del 2022 che avrebbe accettato la promessa di ottenere voti in cambio di denaro e dell’impegno ad operarsi per agevolare la scarcerazione del figlio di un affiliato.

L’inchiesta è coordinata al procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dai sostituti Andrea Norzi e Fabio Aliotta.