SICILIA – Il Carnevale in Sicilia non è solo maschere e sfilate di carri allegorici, ma anche un tripudio di sapori che affondano le radici nella tradizione contadina e popolare. Durante questo periodo si preparano piatti ricchi e sostanziosi, spesso legati all’abbondanza che precede la Quaresima. Ecco dunque alcune delle sfiziosità tipiche del Carnevale siciliano che non possono mancare sulle tavole dell’Isola.
Carnevale siciliano: il primo piatto “principe” a Catania
Non è un vero Carnevale se a tavola manca la famosa pasta con i “cinque buchi“, in dialetto “cincu puttusa” o addirittura a sette, preparati con sugo di maiale. Trattasi di un piatto tradizionale siciliano, particolarmente diffuso nella zona di Catania durante il periodo di Carnevale e le festività di Sant’Agata. Questo formato di pasta è caratterizzato da cinque fori: uno centrale più grande e quattro laterali più piccoli. La sua forma unica è pensata per trattenere al meglio il ricco sugo di carne con cui viene condita.
Gli ingredienti
La ricetta è facile e soprattutto molto sfiziosa, e adesso la andremo a scoprire passo dopo passo. Iniziando dall’elenco degli ingredienti, per quattro persone servono: 400g di pasta coi cinque buchi, 200g di salsiccia, 300g di puntine di maiale, 500ml di passata di pomodoro, 1 cipolla bianca, sale e pepe, olio extra vergine d’oliva e foglie d’alloro.
La preparazione
Iniziate a far scaldare l’olio in una casseruola capiente, successivamente fate soffriggere la cipolla a fuoco basso fino a portarla a doratura. Fatto ciò aggiungete le costine di maiale e la salsiccia tagliata a pezzi, e fate rosolare la carne per alcuni minuti. Adesso dovete aggiungere la passata di pomodoro con un bicchiere d’acqua, regolate di sale e pepe ed aggiungete infine le foglie d’alloro. Mescolate di tanto in tanto il sugo e lasciatelo cuocere a fuoco basso per circa 2 ore. Non vi resta adesso che far cuocere la pasta e infine scolarla quando sarà al dente direttamente nel sugo della carne, facendola insaporire per bene. Impiattate con abbondanti pezzi di carne e gustatela con i vostri cari.

Fonte foto Giallo Zafferano
Dal salato al dolce nel Carnevale siciliano: l’origine delle “chiacchere”
Nel Carnevale siciliano non possono mancare certamente le “chiacchere” a tavola, trattasi di sfoglie sottili, ricavate da un semplice impasto fritto, cosparse di zucchero a velo, croccanti e leggere.
Le chiacchiere siciliane affondano le loro radici nell’antica Roma, quando durante i Saturnali (una festa simile al Carnevale) si preparavano dolci fritti chiamati frictilia, realizzati con farina e uova e fritti nello strutto.
Questi dolcetti erano distribuiti alla folla per festeggiare l’abbondanza e il divertimento prima di un periodo di restrizioni alimentari, proprio come accade oggi con il Carnevale prima della Quaresima.
Con il passare dei secoli, la tradizione si è diffusa in tutta Italia, assumendo nomi diversi a seconda della regione: in Sicilia sono conosciute semplicemente come chiacchiere, in altre zone come frappe, bugie, cenci o crostoli.
Secondo una leggenda, il nome “chiacchiere” deriverebbe dalla regina Margherita di Savoia, che, durante una conversazione con il suo cuoco di corte, chiese un dolce leggero da accompagnare alle sue “chiacchiere” pomeridiane. Il cuoco, ispirato, creò questi dolci sottili e croccanti, che da allora presero questo nome.
Queste variano il nome in base alla città: bugie o cenci in Toscana, crostoli in Veneto o fiocchetti, lattughe in Lombardia, frappe e sfrappole in Emilia.
La preparazione
Dunque le chiacchere in Sicilia rappresentano il tipico dolce da gustare durante il Carnevale, accontentando i palati di tutte le età. Di seguito ecco la preparazione per circa sei persone
Preparazione: 250g di farina 00, 30g di zucchero, 30 g di burro fuso, 2 uova, un pizzico di sale, un cucchiaino di estratto di vaniglia, la scorza grattugiata di un limone o arancia non trattata, 2 cucchiai di Marsala (o altro liquore) e olio di semi di arachide per friggere.
Si inizia impastando la farina con zucchero, sale, scorza di agrumi, vaniglia, burro fuso e uova, aggiungendo il Marsala per ottenere un composto liscio ed elastico. Dopo aver lasciato riposare l’impasto per 30 minuti, lo si stende molto sottile con il mattarello e si ritagliano rettangoli con una rotella dentellata, praticando un piccolo taglio centrale per dare la classica forma.
Le chiacchiere vanno fritte in abbondante olio caldo a 170-180°C per pochi secondi, girandole appena si gonfiano e dorano. Una volta scolate su carta assorbente, si spolverano con zucchero a velo e si servono croccanti e leggere. Per una variante più leggera, è possibile cuocerle in forno a 180°C per 8-10 minuti.

Fonte foto Giallo Zafferano
Queste erano, dunque, due delle ricette più famose della tradizione della nostra amata Sicilia, ma a Carnevale e in qualsiasi altra festa, la cosa più importante rimane sempre e solo una: passarle insieme ai propri cari.