Minacce all’avvocato che non vuole difendere il boss Matteo Messina Denaro: “Vuoi morire?”

Minacce all’avvocato che non vuole difendere il boss Matteo Messina Denaro: “Vuoi morire?”

SICILIA – È stato minacciato un avvocato che avrebbe dovuto difendere il boss Matteo Messina Denaro. Dopo aver tentato di rimettere il mandato di difensore dufficio del boss nel processo per le stragi di Capaci e via DAmelio, in corso davanti alla corte d’assise d’appello di Caltanissetta, l’avvocato Calogero Montante torna a chiedere di poter rinunciare ad assistere il capomafia.

Stavolta dietro all’istanza non ci sono motivi di incompatibilità processuale, comunque ritenuti insussistenti dai giudici nisseni, ma una telefonata minatoria ricevuta allo studio di Canicattì.

La Repubblica ha diffuso il messaggio che l’avvocato avrebbe ricevuto: “Non vuoi difendere Messina Denaro? Vuoi morire?”.

L’episodio che per il penalista sarebbe un motivo valido per non difendere Messina Denaro, è stato denunciato alla Squadra Mobile di Agrigento.

L’arresto della sorella del boss

La sorella del boss mafioso Matteo Messina Denaro, Rosalia Messina Denaro, è stata arrestata con l’accusa di associazione mafiosa dai carabinieri del Ros, in collaborazione con i carabinieri di Trapani e gli elicotteristi dei Cacciatori di Sicilia. L’operazione è stata coordinata dalla Procura di Palermo, che ha accusato la donna di aver aiutato suo fratello durante la sua latitanza e di aver gestito la cassa della famiglia e la rete di trasmissione dei messaggi scritti, noti come “pizzini“, per mantenere i contatti con i membri dell’organizzazione.

Conosciuta come “Rosetta“, Rosalia è la maggiore delle quattro sorelle di Messina Denaro, madre di Lorenza Guttadauro, l’avvocato che rappresenta il capomafia, e moglie di Filippo Guttadauro, che sta ancora scontando l’ergastolo per associazione mafiosa. Anche il figlio della donna, Francesco, è stato condannato a 16 anni per lo stesso reato.

Il giudice Alfredo Montalto ha disposto la misura cautelare e attualmente ci sono in corso numerose perquisizioni nella provincia di Trapani.

Foto di repertorio