PALERMO – I carabinieri del Ros hanno catturato Rosalia Messina Denaro, sorella del boss Matteo Messina Denaro, con l’accusa di associazione mafiosa. L’indagine è stata coordinata dalla Procura di Palermo, e secondo i magistrati, la donna ha aiutato suo fratello durante la sua latitanza e gestito la cassa della famiglia e la rete di trasmissione dei messaggi scritti, chiamati pizzini, per mantenere i contatti con i membri della sua organizzazione.
Rosalia, soprannominata Rosetta, è la maggiore delle quattro sorelle di Messina Denaro, madre di Lorenza Guttadauro, l’avvocato che rappresenta il capomafia, e moglie di Filippo Guttadauro, che sconta ancora l’ergastolo per associazione mafiosa. Il figlio della donna, Francesco, sta scontando una condanna a 16 anni per lo stesso reato.
L’arresto di Rosalia è stato effettuato dal Ros in collaborazione con i carabinieri di Trapani e dello squadrone eliportato dei Cacciatori di Sicilia. Il giudice Alfredo Montalto ha disposto la misura cautelare, e sono in corso numerose perquisizioni in provincia di Trapani.
Il medico Alfonso Tumbarello nega di aver mai conosciuto Messina Denaro
Alfonso Tumbarello, medico di Campobello, si è difeso dalle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e falsa testimonianza durante il suo interrogatorio di garanzia al Riesame. I pubblici ministeri lo hanno accusato di aver curato il capomafia Matteo Messina Denaro per due anni durante la sua latitanza, utilizzando il nome fittizio di Andrea Bonafede per prescrivere farmaci e medicine al boss. Tuttavia, Tumbarello ha negato categoricamente di aver avuto contatti con Messina Denaro o Bonafede e di aver frequentato qualcuno a Campobello.
Inoltre, Tumbarello ha ammesso di aver organizzato un incontro tra l’ex sindaco di Castelvetrano, Antonio Vaccarino, e il fratello del capomafia, Salvatore Messina Denaro, ma ha negato di avervi partecipato. Riguardo alla sua accusa di falsa testimonianza, il medico ha affermato di non ricordare se Messina Denaro, sotto il nome di Bonafede, gli avesse mostrato un referto di colonscopia, ma di aver seguito le prescrizioni del boss sulla base delle indicazioni di uno specialista oncologo. Tumbarello ha sottolineato l’importanza del segreto professionale nella professione medica.