Coronavirus

Varianti Covid, in Sicilia 3 casi e uno sospetto: mutazioni e vaccini, gli ultimi studi – L’APPROFONDIMENTO

SICILIA – Assume sempre più importanza il caso varianti Covid in Italia e in Sicilia. Mentre gli studiosi proseguono le ricerche per avere sempre più dettagli sulle mutazioni, specie nell’ultima settimana sembra infuocarsi la questione vaccini e la relativa efficacia nei confronti delle nuove “versioni” del Covid.

Varianti: i casi in Sicilia

L’allarme varianti è già scattato in Sicilia. A Partinico, nel Palermitano, sale la preoccupazione per un caso sospetto di variante sudafricana. Si tratterebbe di un sacerdote rientrato in Sicilia dalla Tanzania giorno 29 gennaio e ricoverato nell’ospedale di Partinico il 4 febbraio, ma sul caso starebbero ancora proseguendo gli accertamenti.

Il tutto avviene a quasi due mesi di distanza dal primo caso sospetto di variante inglese nell’isola e a un mese di distanza dalla conferma della presenza della variante inglese nel territorio regionale, individuata in un paziente a Palermo. Al momento, ci sarebbero 3 casi di variante inglese in Sicilia. Attualmente, invece, non si rileverebbero casi di variante brasiliana come affermato dal Dipartimento attività sanitarie e osservatorio epidemiologico dell’assessorato della Salute della Regione Siciliana.

I dubbi sull’efficacia del vaccino

Nonostante nelle scorse ore sembrerebbe essere stata confermata l’efficacia della new entry AstraZeneca contro le varianti, il virologo Fabrizio Pregliasco ha avanzato l’ipotesi di una terza dose di richiamo vaccinale per una maggiore protezione. A ciò segue l’avvertenza, a inizio mese, da parte della Gran Bretagna che avrebbe evidenziato “mutazioni genetiche preoccupanti” della variante inglese che potrebbero mettere a dura prova l’efficacia degli attuali vaccini.

La risposta dell’Iss a tal proposito: “Al momento i vaccini sembrano essere pienamente efficaci sulla variante inglese, mentre per quella sudafricana e quella brasiliana potrebbe esserci una diminuzione nellefficacia“. 

Varianti: tutto quello che c’è da sapere

L’Iss (Istituto superiore di sanità) fa chiarezza sulle varianti tramite una FAQ. Sul fatto che colpiscano in maniera particolare i bambini, le varianti più preoccupanti non sembrano causare sintomi più gravi in nessuna fascia di età. Inoltre, la malattia si presenta con le stesse caratteristiche e i sintomi sono gli stessi di tutte le altre varianti del virus. Per rilevare le varianti, oltre al consueto test, è necessario un test specifico altamente specialistico che è detto sequenziamento, in cui si determina la composizione esatta del genoma del virus. Per quanto riguarda i farmaci in uso e in sperimentazione non ci sono ancora evidenze definitive in un senso o nell’altro, tuttavia alcuni articoli preliminari indicano che alcuni anticorpi monoclonali attualmente in sviluppo potrebbero perdere efficacia.

I produttori di vaccini stanno anche cercando di studiare richiami vaccinali per migliorare la protezione contro le future varianti. Le misure di protezione al momento sono le stesse di sempre (l’uso delle mascherine, il distanziamento sociale e l’igiene delle mani). In merito all’importanza delle mutazioni, come ribadito dall’Iss, ci possono essere mutazioni che non hanno impatto significativo e altre che invece possono causare “una maggiore trasmissibilità, una maggiore patogenicità con forme più severe di malattia o la possibilità di aggirare l’immunità precedentemente acquisita da un individuo o per infezione naturale o per vaccinazione. In questi casi diventano motivo di preoccupazione, e devono essere monitorate con attenzione“.

La variante inglese

Proseguendo la lettura l’Iss riporta: “La variante inglese (VOC 202012/01) è stata isolata per la prima volta nel settembre 2020 in Gran Bretagna, mentre in Europa il primo caso rilevato risale al 9 novembre 2020. È monitorata perché ha una trasmissibilità più elevata, ipotizzata anche un maggiore patogenicità, ma al momento non sono emerse evidenze di un effetto negativo sull’efficacia dei vaccini”.

La variante sudafricana

In merito alla variante sudafricana si legge: “La variante sudafricana (501 Y.V2) è stata isolata per la prima volta nell’ottobre 2020 in Sud Africa, mentre in Europa il primo caso rilevato risale al 28 dicembre 2020. È monitorata perché ha una trasmissibilità più elevata, e perché dai primi studi sembra che possa diminuire l’efficacia del vaccino. Si studia se possa causare un maggior numero di reinfezioni in soggetti già guariti“.

La variante brasiliana

“La variante brasiliana (P.1) è stata isolata per la prima volta nel gennaio 2021 in Brasile e Giappone. Alla data del 25 gennaio 2021 è stata segnalata in 8 paesi, compresa l’Italia. È monitorata perché ha una trasmissibilità più elevata e perché dai primi studi sembra che possa diminuire l’efficacia del vaccino. Si studia se possa causare un maggior numero di reinfezioni in soggetti già guariti“.

Immagine di repertorio

Chiara Gangemi

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Chiara Gangemi
Tag: Allarme Anticorpi monoclonali AstraZeneca Caratteristiche Caso sospetto Covid Efficacia Evidenza Farmaci Iss Italia Mutazioni Protezione Richiamo Sicilia Sintomi Terza dose Test Vaccini Vaccino Variante brasiliana Variante inglese Variante sudafricana

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