Covid e riaperture ma non al Sud: “Si va verso il peggioramento”. In Sicilia contagi al +15%

Covid e riaperture ma non al Sud: “Si va verso il peggioramento”. In Sicilia contagi al +15%

SICILIA – L’ora x si avvicina, il 26 aprile, giorno in cui il Premier Draghi ha programmato le riaperture in Italia, è vicino. Tra gli esperti, però, si tratta di una ripartenza affrettata che potrebbe addirittura portare a un aggravamento successivo della situazione epidemiologica nazionale. In particolare al sud, sembrerebbe che il Covid sia in progressione. Campania e Sicilia hanno visto aumentare i contagi rispettivamente del 19% e del 15% nell’ultima settimana passando da 11.214 a 13.375 e da 7.831 a 9.032. Inoltre, i dati di ieri hanno portato in cima alla triste classifica giornaliera dei contagi proprio le due regioni del sud, con l’isola che si è piazzata al secondo posto dietro la Campania. Intanto, si attende la convocazione del Consiglio dei Ministri per le giornate di mercoledì 21 aprile o di giovedì 22. Sul tavolo la zona giallarafforzata“, la riapertura dei ristoranti, delle palestre e delle piscine. Il quadro epidemiologico, però, non sembra essere così rassicurante, almeno secondo le parole di Lucia Bisceglia, che fra due settimane verrà eletta presidente dell’Associazione italiana di epidemiologia.

Intervistata dal Corriere della Sera ha detto che al sud si va verso un peggioramento della situazione epidemiologica e che dal Lazio in giù si prevedono settimane difficili.

Inoltre, proprio la Sicilia, assieme a Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sardegna, hanno l’indice Rt sopra a 1  e questo, sempre secondo dichiarazioni di Lucia Bisceglia, significa che i contagi sono in progressione. Preoccupa l’epidemiologa anche la situazione posti letto negli ospedali, i quali sarebbero occupati oltre la soglia limite in 14 regioni (al 39% anziché al 30% nelle Terapie Intensive). Se da un lato l’incidenza generale è scesa, è pur vero che “siamo sempre a 160 casi ogni 100mila abitanti. Ecco, non stiamo proprio benone“, conclude Lucia Bisceglia.

Secondo quanto scritto da Ansa, stando ai dati attuali, sono 11 le regioni – più 2 province autonome – a puntare alla zona gialla in quanto hanno un indice Rt sotto la soglia critica dell’1. Si tratta di: Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Umbria e Veneto.

Fonte foto Regione Siciliana