Randello inquinata, Fare Verde: “Non si capisce…un tubo!”

Randello inquinata, Fare Verde: “Non si capisce…un tubo!”

RANDELLO – Una riserva naturale, una distesa di sabbia dorata e finissima, le dune naturali che rendono il paesaggio unico. Sarebbe un vero e proprio paradiso in terra ma – come spesso accade – l’intervento dell’uomo e l’ignavia della politica hanno reso la spiaggia di Randello, in provincia di Ragusa, un cimitero di…tubi!

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Come denuncia l’associazione ambientalista Fare Verde – con un video reportage – la spiaggia è disseminata di grossi tubi neri.

“Centinaia di tubi di plastica per irrigazione – scrivono gli ambientalisti – in stato di abbandono, coperti a stento da una coltre di sabbia finissima, fanno da cornice, o sarebbe meglio dire da velenosa compagnia, alle specie endemiche da tutelare ed alla fauna selvatica da preservare. Probabilmente sono la conseguenza di interventi volti al consolidamento dunale e utilizzati per innaffiare sabbia e mare. A giudicare dalle decine e decine di piantine di ginepro non nate (molte abbandonate nei sacchetti neri prima di essere piantate e tantissime subito rinsecchite) un intervento del genere è già di per se da considerarsi disastroso”.

La zona è Sito di Interesse Comunitario (ITA080004 Punta Braccetto- Contrada Cammarana) ai sensi della direttiva Habitat per la protezione e la conservazione degli habitat e delle specie animali e vegetali identificati come prioritari dagli Stati dell’Unione Europea, invece regnano degrado ed inquinamento.

“Sul’arenile (un’area tutelata) – prosegue la nota di Fare Verde – sono presenti chili di rifiuti speciali semi sommersi che stanno lentamente ed inesorabilmente deteriorandosi, provocando la dispersione di sostanze chimiche in tutta l’area. Una vera e propria discarica illegale di rifiuti speciali in zona tutelata che ne compromette lo stato di conservazione e di tutela, significativo di un habitat delicatissimo all’interno di un sito protetto così come recita il codice penale”.

“Lanciamo pubblicamente l’allarme per questa bruttissima storia – conclude la nota – che interessa ancora una volta l’area di Randello, nella speranza e con l’auspicio che venga raccolta da chi ha il compito e l’onere di tutelare il nostro patrimonio naturalistico ed il futuro del nostro territorio. Ci vuole rispetto per la spiaggia, per la natura circostante e per la salute di chi la frequenta”.