Mamma di Loris in carcere a Catania, al Vecchio Mulino trovate due fascette

Mamma di Loris in carcere a Catania, al Vecchio Mulino trovate due fascette

SANTA CROCE CAMERINA – Veronica Panarello, in stato di fermo, dopo il lunghissimo interrogatorio cui è stata sottoposta in Procura a Ragusa, è stata trasferita nel carcere di piazza Lanza a Catania. Entro giovedì il suo fermo dovrà essere confermato altrimenti verranno meno i presupposti della carcerazione.

Intanto le ultime indagini aggravano sensibilmente la posizione della donna. Nel luogo in cui è stato trovato il cadavere di Loris, nei pressi del Vecchio Mulino, i carabinieri hanno rinvenute due fascette, quelle in pratica con cui il bambino è stato strangolato. La circostanza fa pensare che il delitto potrebbe essere avvenuto proprio in quel posto, oppure che chi ha ucciso Loris, impietositosi dopo il delitto, abbia sganciato le fascette dal collo e dalle mani di Loris e le abbia buttate lì nei campi.

Insomma, ormai ora dopo ora, il giallo sembra meno fitto e le nuvole dell’incertezza sembrano diradarsi. La madre di Loris in Procura a Ragusa non ha detto quasi niente, si è chiusa in un mutismo ostinato, le uniche frasi che le sarebbero sfuggite di bocca sarebbero state “Amo il mio bambino, amo il mio bambino…”.

Il magistrato non ha potuto esimersi dal contestarle il reato di omicidio aggravato e occultamento di cadavere. L’ostinazione della donna a non volere spiegare il perchè delle sue mille contraddizioni le è stato fatale. E la gente del luogo non sembra intenzionata a riconoscerle alcuna attenuante. Dopo gli interrogatori, quando Veronica è scesa in strada davanti alla Procura, prima di essere trasferita a Catania, è stata salutata da un coro di “vergogna, vergogna” dalla piccola folla che nel frattempo si era radunata lì davanti.

Dal canto suo il marito è tornato oggi nella sua casa di Santa Croce circondato dall’affetto dei familiari. E’ incredulo, continua a ripetere di non credere alla colpevolezza della moglie anche se, ha detto, ” se fosse vero quello di cui l’accusano vorrei vederla morta piuttosto che in carcere”.

Veronica invece è in una cella della casa circondariale di piazza Lanza a Catania. Anche qui è stata insultata dai detenuti dietro le sbarre. Ha camminato nei corridoi della prigione fino alla sua cella a testa china sorretta da un’agente penitenziaria.

A Santa Croce, intanto, i residenti sono in preda allo sgomento.

Gli anziani seduti sulle panchine portano il peso degli anni e di una tragedia che mai potevano immaginare.

I giornalisti ormai sono mal sopportati e dopo una settimana sfiancante la voglia di parlare è pochissima. “Lasciateci stare nel nostro dolore” afferma un anziano che aggiunge: “Siamo una comunità piccola e onesta. Ci hanno dipinto come mostri e omertosi. Non ci stiamo. Ora abbiate rispetto per la morte di un bimbo che poteva essere il nipotino di tutti”.

Un altro avventore della piazza sottolinea: “l’immagine di Santa Croce è stata sporcata. Scrivete la verità. Ho un nipote in Australia e ha letto tante cose false su di noi”.

Su Veronica Panarello, intanto, sono tutti concordi nel dire che “se le accuse sono vere deve pagare a vita per quello che ha fatto”.

Nella parte opposta della piazza un capannello di cronisti circonda Orazio Fidone, il cacciatore balzato agli onori delle cronache.

Orazio Fidone 2

In merito agli sviluppi del caso si trincera dietro i no comment ma dice solo di esserne sorpreso ed è “ancora scosso e preoccupato”.

L’uomo è stato ascoltato due volte in Procura e porta i segni di una settimana difficile. “Tengo a ringraziare tutti coloro che mi sono stati vicini in questo momento” ha concluso Fidone.

Orazio Fidone

Poi il fratello di Fausto Mandarà, l’uomo tirato in ballo ieri per un presunto coinvolgimento nella vicenda, spera che “sia fatta giustizia”.

Qualcuno ricorda, ancora, un presepe vivente, nel 2006, con Loris di sei mesi e mamma Veronica. Lei la Madonna e lui il Bambin Gesù. Un quadro di felicità infranto per sempre.