La chiamata al 118 col telefono di Greco, parlano i genitori di Alessio D’Antonio: “Deve marcire in galera”

La chiamata al 118 col telefono di Greco, parlano i genitori di Alessio D’Antonio: “Deve marcire in galera”

VITTORIA – Spezza i cuori e blocca il fiato il servizio dei colleghi del TgCom che hanno intervistato i genitori del piccolo Alessio D’Antonio, vittima di una tragedia di cui si parla da ore, esattamente da ieri sera, quando il ragazzino – 11 anni appena – si trovava seduto sul ciglio di casa, in via IV Aprile, a Vittoria (RG) intento a giocare con il cellulare insieme al cuginetto, Simone, adesso in gravissime condizioni.

Entrambi sono stati travolti da una Jeep, alla cui guida vi era Rosario Greco, con a bordo altri tre uomini. Sotto l’effetto di alcool e cocaina, il 37enne pregiudicato avrebbe perso il controllo del mezzo travolgendo i due cuginetti: Alessio è morto sul colpo, Simone, invece, che ha perso gli arti inferiori, lotta tra la vita e la morte all’ospedale di Messina.

“Mio figlio era un bambino felice. Andava a scuola, a scuola di batteria e frequentava i go kart, la sua passione. Era un uomo, non era un bambino, veniva con me a lavorare, si alzava alle cinque del mattino”, racconta disperato il padre di Alessio. “Mio figlio ora mangia terra, ma lui deve marcire in galera. Non due, tre anni, deve marcire lì dentro”. Per Greco sono scattate le manette e dovrà rispondere di omicidio stradale aggravato, ma sarà veramente fatta giustizia? 

Nessuno potrà più far tornare indietro il sorriso di quel bambino nel fiore dei suoi anni, che la vita, ancora, doveva godersela tutta e mangiarsela a morsi, e realizzare i suoi sogni e tutto quello che di buono c’era da fare. Chi potrà risanare il cuore di quella madre, distrutta, morta insieme al figlio, che col volto provato, senza fiato in gola, racconta: “Cercavo un telefonino, per chiamare il 118, l’ho strappato dalle mani di un uomo che non conoscevo, era l’assassino di mio figlio, ma io non lo sapevo“.

Fonte immagine screenshoot servizio TgCom