PALERMO – Il 1° di marzo, dopo la brillante vittoria al Barbera contro il Nola, nessuno avrebbe immaginato che oggi 18 aprile ci saremmo chiesti quali potessero essere gli esiti della stagione calcistica rosanero. A otto giornate dalla fine del torneo, con 7 punti di vantaggio sul Savoia, unico avversario nei fatti che poteva contendere agli uomini di Pergolizzi la promozione diretta in Serie C, improvvisamente l’emergenza sanitaria ha messo a tacere tutto. Insieme al resto d’Italia si è fermato pure il pallone ed ancora non è possibile prevedere quando potrà cominciare nuovamente a rotolare sull’erba.
Tante le ipotesi, ma tutte con un occhio di riguardo per la Serie A. Ripresa a fine maggio o a giugno, con tutte le cautele che garantiscano la sicurezza sanitaria, magari privilegiando gli stadi del centro-sud, dove i contagi hanno nei numeri delineato un quadro meno drammatico che nel Nord?
Ma in Serie D e in tutte le altre realtà dilettantistiche, sarà possibile una eventuale soluzione del genere, che prevede dei costi non indifferenti per la maggior parte delle società?
In un’intervista riportata nell’edizione oggi in edicola del “Giornale di Sicilia”, Il vice presidente del Palermo Tony Di Piazza da New York afferma di essere sicuro che sul campo o a tavolino la promozione in Serie C non possa sfuggire ai rosanero. “Noi preferiremmo vincere sul campo, ma non spetta a noi completare il campionato. Sul campo o meno, credo che la promozione ce la siamo meritata e ci spetti”, queste le parole del numero 2 di Viale del Fante, che ha così continuato: “L’idea che il campionato possa chiudersi qui diventa giorno dopo giorno più probabile. Noi ci adegueremo alle indicazioni della Lega”.
Spaventa i tifosi rosa un’altra ipotesi, pure in circolazione, che prevede, non riprendendosi a giocare, l’annullamento del torneo. Ciò costringerebbe il Palermo a disputare un altro campionato in Serie D, che potrebbe mandare all’aria il programma redatto ad inizio stagione con conseguenze drammatiche e difficilmente rimediabili.
