Palermo, contro il Catania un manipolo di uomini veri, ma il futuro fa paura

Palermo, contro il Catania un manipolo di uomini veri, ma il futuro fa paura

PALERMO – È stato vero derby ieri sera al Barbera. Pur senza cori, senza coreografie e sfottò, l’atmosfera infuocata delle sfide tra rosanero e rossazzurri c’è stata tutta. Il Palermo, martoriato ancora una volta dal Coronavirus, ha dovuto combattere con il coltello tra i denti senza possibilità di operare cambi contro un avversario che di cambi ne ha effettuati cinque, ma che negli ultimi minuti della partita, per un gioco beffardo del destino, ha giocato in dieci considerato che Tonucci per un problema muscolare riusciva a malapena a camminare.

I rosa in campo ieri sono stati ammirevoli per non aver mai mollato di un centimetro dall’inizio alla fine dell’incontro e se il risultato non li ha premiati con una vittoria, che sarebbe stata meritatissima, il motivo è da ricercare in qualche facile occasione da rete fallita e nel contestato gol del pareggio del Catania, al 36° minuto della ripresa ad opera di Pecorino, parso viziato prima da un fallo di mano e poi da una leggera trattenuta su Marconi da parte dello stesso Pecorino.

Ed ecco che il pareggio, che prima della gara, considerata la rosa ristretta al minimo indispensabile per scendere in campo degli uomini di Boscaglia, era considerato un ottimo risultato, per lo sviluppo della partita ha assunto i caratteri della beffa.

Il Palermo mai ha dimostrato di aver paura del Catania. Schierato in campo con il solito 4- 2-3-1, con Palazzi costretto in difesa e con il rientro positivo di Martin a tentare di mettere ordine alle geometrie a centrocampo, era passato in vantaggio al 15° minuto del primo tempo con Kanoutè. Mai ha tirato i remi in barca e cercato di amministrare il vantaggio, ha replicato di volta in volta ai tentativi spesso sconclusionati degli uomini di Raffaele, in difficoltà davanti allo strapotere fisico e caratteriale degli avversari.

Tutti i rosa hanno giocato con il cuore: una menzione particolare va a Martin, geometra del centrocampo, a Saraniti, che ha sì fallito una facile occasione da gol, ma non ha mai mollato, ad Almici, bravo in difesa e bravo nell’impostazione, ad Odjer, che, con Martin al fianco, ha dato sfogo alle sue doti di combattente, a Rauti, che, con la sua velocità, ha tenuto costantemente in apprensione la difesa avversaria.

Il fischio finale dell’arbitro ha perciò accontentato un po’ tutti, ma è il futuro del Palermo che fa paura. Già giovedì, in trasferta contro la Juve Stabia, i rosanero saranno costretti ad un’altra prova estrema non potendo contare sugli uomini ieri positivi al Covid-19 neanche nell’ipotesi di negatività che dovesse emergere dai nuovi tamponi. La possibilità di poter contare su Broh, che avrà scontato il turno di squalifica, non è sufficiente a tranquillizzare l’ambiente considerando che la domenica successiva ci sarà la sfida in casa contro la Paganese e di nuovo mercoledì 18 al Barbera contro il Potenza.