Primarie, il “niet” di Schifani e le incertezze del M5S

Primarie, il “niet” di Schifani e le incertezze del M5S

PALERMO – Charles Louis Montesquieu, filosofo e pensatore politico francese, autore del trattato “L’esprit de lois” ovvero “Lo spirito delle leggi”, disse: “La democrazia, prima di volerla, bisogna amarla!”. E il pensiero del noto illuminista francese merita di essere ricordato ancora oggi per il manifestato disinteresse della politica nei confronti del cittadino. Prova ne è la dichiarazione di Renato Schifani che boccia le primarie per la scelta del candidato alla presidenza della Regione dicendo: “Non sono contrario alla primarie in linea di principio, perché ci sono momenti in cui rappresentano una espressione di forte democrazia, ma perplesso sul ricorso a questo strumento per scegliere il candidato alla presidenza della Regione Siciliana di una coalizione di centrodestra che ha bisogno di ritrovare i motivi dello stare insieme e quindi rifondarsi”.

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Praticamente, l’ex di NCD, poi rientrato in Forza Italia, se ne fotte di una possibile scelta di un candidato per volontà dei cittadini simpatizzanti del centrodestra, e come poter dire, dopo l’imposizione di un proprio candidato ai siciliani ”cu n’appi nappi de casseteddi ’i pasqua!”.

Veramente non c’è che dire, su un così alto pensiero di vera (?) democrazia, nel 2017, espresso dal parlamentare Schifani, all’indomani della riunione dei rappresentanti dei partiti politici del centrodestra e del raggiungimento di un’intesa comune sulle primarie proposte dal movimento “Diventerà Bellissima” dell’on. Nello Musumeci.

Ma rientrando nel panorama delle elezioni regionali del prossimo autunno, Giancarlo Cancelleri del movimento Cinquestelle scalda i motori per la partecipazione alla corsa dei candidati verso Palazzo D’Orleans, sempre dovendo aspettare la scelta dei propri elettori, ovvero le primarie online. Si perché, a quanto pare, non sarà solo lui in corsa e proprio per una possibile candidatura di Nino Di Matteo, il magistrato antimafia che ha portato avanti il processo “Stato-Mafia” dopo le dimissioni di Antonio Ingroia che aveva scelto, a sua volta, la politica, ma con scarsi risultati.

Il procuratore Di Matteo, nei mesi scorsi ha elogiato il movimento di Grillo, specie nell’adozione del codice etico, ma per il resto, riguardo ad una candidatura, sono ancora solo voci. Il turbine mediatico che ha coinvolto e continua a sprigionare ancora scandali sul sindaco di Roma per una cassetta di sicurezza svuotata, dopo l’arresto di Raffaele Marra, e la scoperta di una terza polizza di 8000 euro accesa da Salvatore Romeo, a favore della sindaca pentastellata subito dopo l’invito a comparire. Chiaramente l’evoluzione dell’indagine giudiziaria condizionerà di molto anche l’andamento delle elezioni in Sicilia dei pentastellati.

Giuseppe Firrincieli