PALERMO – Non è ancora conclusa la faida interna in Forza Italia in Sicilia. La settimana appena conclusa ha consegnato ai posteri una spaccatura divenuta sempre meno sanabile giunta, senza troppi dubbi, nel periodo meno propizio.
Il duello a distanza tra Falcone e Miccichè, così come l’elezione di Mario Caputo come nuovo capogruppo del partito non ratificata dalla presidenza dell’Ars e l’azzeramento delle Commissioni sono state l’apice di una crisi che rischia di avere altre ripercussioni in futuro.
All’orizzonte, lo ricordiamo, ci sono le elezioni amministrative e Regionali che potrebbero rappresentare uno spartiacque per il destino politico nell’Isola e non solo per gli equilibri interni ai partiti.
Nel frattempo, però, prima di pensare alla robusta tornata elettorale del 2022, c’è da concludere una legislatura che fin troppe volte ha dovuto mettersi al riparo da attacchi interni da parte di “amici-nemici”.
L’accoglimento della richiesta di azzeramento avanzata dal capogruppo del Movimento 5 Stelle, Nuccio Di Paola, rappresenta di per sé un evento “eccezionale”, se si pensa che rimpasti di queste modalità sono soliti avvenire a metà del percorso governativo.
In questo contesto contraddistinto da scontri e ritorsioni, a beneficiare del “repulisti” nelle commissioni potrebbe essere proprio il criticatissimo coordinatore regionale di FI, con l’allontanamento di tre tasselli forzisti a lui “ostili”.
Si tratta di Margherita La Rocca Ruvolo (commissione Salute), Stefano Pellegrino (commissione Affari istituzionali) e Riccardo Savona (commissione Bilancio). In particolare, saranno tanti gli occhi puntati sul successore di quest’ultimo in vista dell’imminente scadenza dell’esercizio provvisorio e la valutazione della finanziaria.
Entro mercoledì i capigruppo dei partiti dovranno comunicare gli elenchi con i nominativi, rispettando lo schema predisposto dalla presidenza. A restare fuori dalle nomine rimarranno i piccoli gruppi.