Salgono a tre gli indagati per l’omicidio di Giancarlo Romano, un debito di gioco dietro la sparatoria allo Sperone

Salgono a tre gli indagati per l’omicidio di Giancarlo Romano, un debito di gioco dietro la sparatoria allo Sperone

PALERMO – C’è un nuovo indagato per l’omicidio di Giancarlo Romano, il 37enne ucciso ieri sera con alcuni colpi di arma da fuoco in via XXVII Maggio, e per il tentato omicidio di A.C., in pericolo di vita per le gravi lesioni riportate.

Attualmente sono tre i possibili colpevoli del delitto allo Sperone di Palermo. Ai due fermati, padre e figlio, se ne aggiunge un terzo.

Cosa sappiamo della sparatoria allo Sperone di Palermo

Dalle ulteriori indagini emerse in queste ore, pare che proprio il ferito – attualmente ricoverato all’ospedale Buccheri La Ferla – si sia reso protagonista di un primo scontro a fuoco, avvenuto pochi minuti prima del delitto, di fronte ad una sala scommesse in corso dei Mille, nel quale era rimasto ferito un avventore dell’esercizio, C.M.. Quest’ultimo, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, sarebbe l’autore dell’omicidio di Giancarlo Romano.

Le scommesse clandestine dietro l’omicidio di Giancarlo Romano

A scatenare il conflitto a fuoco sarebbe stato il tentativo di estorsione sui proventi illeciti generati dalle scommesse clandestine e, in particolare, il debito maturato dall’autore dell’omicidio nei confronti della vittima.

Le armi utilizzate nel conflitto a fuoco

La ricostruzione dei fatti è stata possibile grazie alle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza installate nella zona e alle numerose perquisizioni effettuate dagli investigatori nelle ore successive ai fatti accaduti. Proprio grazie alle perquisizioni operate è stato possibile rinvenire le armi utilizzate durante lo scontro. Sarebbero almeno due, infatti, le pistole da cui sarebbero stati esplosi i colpi. La Scientifica ha rinvenuto bossoli appartenenti a due calibri diversi.

Per i tre, dunque, sono scattate le accuse di omicidio, tentato omicidio, porto abusivo d’armi da fuoco e tentata estorsione. Tutti aggravati dal metodo mafioso.