Postino del boss Matteo Messina Denaro, risarcito dallo Stato per 283 mila euro

PALERMO – Da fiancheggiatore del superlatitante Matteo Messina Denaro a “quasi estraneo”.

Il gap tra l’accusa di associazione mafiosa e il coinvolgimento solo parziale negli affari di cosa nostra è davvero enorme, ma non incolmabile.

È esattamente ciò che è accaduto a Pietro Giambalvo, 77 anni originario di Santa Ninfa (TP), che dopo una condanna a 5 anni di carcere è stato abbondantemente risarcito dallo Stato, ed è pure titolare di pensione Inps.

Considerato uno dei postini e dei fiancheggiatori del boss Matteo Messina Denaro, era stato arrestato e privato di tutte le sue “fortune”.

Poi il maxi risarcimento da ingiusta detenzione: 283 mila euro che “scagionano” soltanto i beni dei Giambalvo.

Secondo i giudici del riesame, infatti, le ipotesi di affiliazione alla famiglia Messina Denaro sono solide. Non altrettanto, le ipotesi di illecita provenienza dei beni dello stesso Giambalvo.

I beni, infatti, potrebbero essere stati acquistati legittimamente, grazie al risarcimento dello Stato al maxiprocesso di Trapani del 19 maggio del 2000.

La famiglia Giambalvo, dunque, rientra in possesso dei beni sequestrati in quanto l’illiceità dei beni non è dimostrabile.