Palermo, il Centro Pio La Torre promuove il “Progetto Educativo Antimafia”

Palermo, il Centro Pio La Torre promuove il “Progetto Educativo Antimafia”

PALERMO – Diecimila studenti coinvolti in tutta Italia per dire la loro su un tema particolarmente delicato quale quello della mafia.

L’indagine che prende il nome di “Progetto Educativo Antimafia” promossa dal Centro Pio La Torre di Palermo giunge alla sua nona “edizione”.

I risultati dei sondaggi, liberamente consultabili su ASud’Europa all’indirizzo www.piolatorre.it, saranno poi presentati al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che proprio domani riceverà al Quirinale una delegazione del Centro palermitano.

Emerge forte sfiducia nella politica e nelle istituzioni (quasi il 92% degli intervistati) a fronte di una decisa presa di posizione contro la criminalità organizzata e la corruzione.

Soltanto il 30,13% degli intervistati ritiene che la mafia possa essere definitivamente sconfitta da uno Stato visto come più debole della mafia dal 52.69% dei ragazzi.

“Tre indicazioni politiche vengono dai ragazzi – commenta il presidente del Centro La Torre, Vito Lo Monaco -. La prima è che bisogna investire su scuole e formazione dei docenti per uscire dalla crisi più forti. La seconda indicazione è che una buona politica dovrebbe cogliere il ripetuto allarme che la percezione dei giovani manifesta per il ruolo assunto dalle mafie nella vita economica, sociale e politica di tutto il paese. Il terzo aspetto è che la crisi, al di là degli ottimismi auto consolatori, ha prodotto uno stato generale di povertà e di sfiducia che può essere colmato, oltre ogni sondaggio sugli orientamenti di voto, da una politica di investimenti concreti per la crescita; per la scuola, per il welfare; per il Mezzogiorno che sembra scomparso dalle priorità di governo”.

Il 52,69 % degli intervistati ritiene che la mafia sia più forte dello Stato, contro un esiguo 10,46 % di studenti che pensano i contrario.

“Siamo di fronte a giovani – dichiara Antonio La Spina, docente di sociologia alla Luiss di Romache, possibilmente in parte anche in conseguenza delle esperienze di educazione antimafia in cui sono stati inseriti, nutrono un forte senso civico, ma sono al contempo assai guardinghi e poco inclini a fidarsi della gente”.

Uno spaccato, dunque, della percezione del fenomeno mafioso nei più giovani che rispecchia l’impatto ancora troppo forte della criminalità nella realtà quotidiana.