PALERMO – Temeva di essere picchiato da sei o sette giovani arrivati in soccorso del rivale in amore. Per questo ha preso una spranga di ferro e ha colpito in testa il giovane di 19 anni, trasportato poi in gravissime condizioni in ospedale. Adesso le sue condizioni di salute sembrano essere migliorate.
È questa la ricostruzione fornita in Tribunale da Mario Rubini, 21 anni, su quanto accaduto il 9 aprile scorso nella piazza del Borgo e poi in via Messina Marine a Palermo.
Adesso il giovane è stato posto ai domiciliari, mentre prima il Giudice per le indagini preliminari pur non avendo convalidato il fermo, aveva disposto ugualmente la misura cautelare in carcere al Pagliarelli.
Secondo quanto è emerso, Rubini stava bevendo un cocktail con amici e la sua ragazza in un pub. Incrociato lo sguardo del 19enne, che avrebbe avuto una storia con la fidanzata del 21enne, si sarebbero dapprima insultati per poi passare alle mani.
La vittima e i parenti avrebbero raccontato una versione differente: Mario Rubini avrebbe provato a investirli con la macchina.
Un minorenne avrebbe riferito di avere ricevuto una telefonata dal cugino che lo invitata a raggiungerlo perché Rubini lo stava aggredendo.
A questo racconto, invece, Rubini, la fidanzata e una coppia di amici avrebbero replicato: sarebbero stati loro a subire l’aggressione in piena notte.
La vittima, armata di bastone, lo attendeva insieme ad altre persone nel luogo fissato dove incontrarsi. Così Mario Rubini si sarebbe difeso recuperando la spranga chiodata per terra vicino a un cassonetto.
Secondo il gip non sarebbe legittima difesa, in quanto il 21enne avrebbe colpito il rivale 19enne quando l’aggressione nei suoi confronti era già finita.
Il giudice, però, sostiene che comunque l’indagato ha subito un vero e proprio agguato da un gruppo di ragazzi che si era nascosto proprio per tale scopo.
Foto di repertorio