Il boss agrigentino racconterà: “Tutto quello che so e ho fatto”, Quaranta si pente

Il boss agrigentino racconterà: “Tutto quello che so e ho fatto”, Quaranta si pente

PALERMO – Quaranta, ritenuto capomafia dei Favara, ha iniziato a collaborare coi magistrati, aiutando a svelare le cosche mafiose agrigentine e, in particolare, parlando del presunto capomafia Francesco Fragapane.

Il boss agrigentino Giuseppe Quaranta dice di essere stanco e, già dal 29 gennaio, dopo essere stato arrestato 7 giorni prima durante l’operazione “Montagna”, collabora con i magistrati della Dda di Palermo. Secondo alcune dichiarazioni, parlerà per il bene della famiglia e suo personale perché ormai è stanco delle numerose delusioni. “Sono deciso a 360 gradi e pronto a riferire quello che so e che ho sentito dire in giro e quello che ho fatto“.

Secondo quanto riferito, il boss si sarebbe occupato tra il 2002 e il 2003 della latitanza del capomafia Maurizio Di Gati: lo avrebbe aiutato a trovare un rifugio in un casolare abbandonato e avrebbe organizzato tutto per portargli i viveri.

I pubblici ministeri, Claudio Camilleri e Alessia Sinastra, hanno poi rivelato che Quaranta sarebbe stato “combinato” dal padrino di Santa Elisabetta, Francesco Fragapane nel 2010. L’indagato ha ammesso di avere rivestito un ruolo di vertice della famiglia di Favara, fino all’anno 2014 circa, e ha parlato di estorsioni a ditte edili, ma anche di extracomunitari e di traffico di stupefacenti.