PALERMO – A partire dall’inizio di ottobre, il Nas di Palermo, nell’ambito di servizi predisposti a livello nazionale dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, di concerto con il Ministero della Salute, a seguito dei recenti episodi di intossicazione da Listeria connessi con il consumo di alimenti crudi o a ridotta cottura (es. würstel), ha proceduto ad una serie di attività di verifica sui territori delle province di Palermo, Agrigento e Trapani, la collaborazione dei Comandi territoriali dell’Arma, finalizzate a verificare la corretta gestione in materia di sicurezza ed igiene delle imprese produttive di alimenti di origine animale.
Nel corso dei controlli sono state ispezionate 39 aziende di lavorazione e trasformazione di alimenti maggiormente esposti alla contaminazione da batterio Listeria (würstel, insaccati con stagionatura breve e prodotti similari), di prodotti caseari a limitata maturazione, nonché di gastronomia con farcitura fresca (tramezzini, panini, ecc.) e laboratori, allo scopo di verificare il rispetto delle corrette procedure ed a tutela dei consumatori.
A conclusione delle attività ispettive, i Carabinieri del NAS di Palermo hanno accertato irregolarità in 15 strutture, a seguito delle quali sono state segnalate alle competenti autorità 16 persone, contestando sanzioni per un valore di circa 45mila euro. Nel corso degli interventi sono stati altresì rinvenuti e posti sotto sequestro 1.143 kg di alimenti irregolari, per un valore commerciale di circa 12.600 euro, nonché eseguiti provvedimenti di chiusura o sospensione nei confronti di 2 imprese produttive e commerciali.
Nelle condotte illecite evidenziate in particolare i militari hanno rilevato un campione di formaggio fresco contenere valori elevati di Listeria, a seguito del quale sono stati disposti il fermo preventivo di 945 kg di prodotti caseari e la sospensione dell’attività fino a ripristino delle condizioni igieniche adeguate. Inoltre, lo stesso NAS siciliano ha individuato anche due laboratori di analisi privati risultati non autorizzati, presso i quali venivano redatti falsi referti attestanti parametri analitici e microbiologici non veritieri in quanto basati su analisi di fatto mai eseguite.
Tra le criticità riscontrate sono emerse: la mancata applicazione delle procedure preventive di autocontrollo e tracciabilità degli alimenti con uso di materie prime di cui non era possibile identificare l’origine (elementi essenziali per individuare e contenere possibili casi di intossicazione causati dal consumo di alimenti nocivi o pericolosi), carenze igieniche dei locali, assenza o mancato aggiornamento della registrazione sanitaria, l’omessa/errata indicazione sui prodotti preparati in loco e degli ingredienti utilizzati.