Ex Blutec Termini Imerese, nessuna delle offerte idonee: pubblicato nuovo bando

Ex Blutec Termini Imerese, nessuna delle offerte idonee: pubblicato nuovo bando

TERMINI IMERESE – Tutto da rifare per l’ex Blutec di Termini Imerese. Nessuna delle tre proposte dei commissari straordinari sarebbe idonea.

In base a quanto riporta il Sole24Ore, la scorsa sera le tre aziende che avevano presentato le offerte per l’intera o parziale area industriale hanno ricevuto una mail dai commissari con la quale vengono informati che il bando per la cessione viene riaperto fino alle 13 del prossimo 28 febbraio.

Questa è la seconda volta che accade nel giro di tre mesi.

La mail: la possibilità di nuove offerte

Egregi signori, considerato che nessuna delle offerte pervenute è risultata idonea, è imminente la pubblicazione, attraverso i medesimi canali già utilizzati, di un ulteriore bando di rimessione in termini che vi consentirà di integrare e/o modificare la vostra offerta, depositando gli atti in modalità cartacea entro e non oltre le ore 13 del giorno 28 febbraio 2024“.

Questo è quanto riportato nell’informativa trasmessa per posta elettronica. Come la volta precedente, la riapertura del bando apre alla possibilità di nuovi investitori e dunque di nuove offerte per lo stabilimento di Termini Imerese. Un dato è certo: i tempi si allungano, e la cosa appare inspiegabile.

Valutazione delle offerte per l’area

Tre offerte sono state presentate ai commissari e valutate come non adeguate, almeno al momento. Queste provengono dal gruppo italo-australiano guidato da Ross Pelligra, dall’imprenditore presidente del Catania Calcio e dal Consorzio Sud in collaborazione con l’azienda di diritto inglese Sciara Holding. Inoltre, c’è un’offerta da parte dell’azienda Artemar di Termini Imerese, che mostra interesse solo per una piccola porzione dell’area.

Il ceo del gruppo Sciara Holding Fabio Bertolotti afferma: Non riusciamo a capire quale sia l’interesse in gioco. Possiamo solo dire che con il primo rinvio si è persa la possibilità di un investimento di 50 milioni, quello dell’imprenditore ucraino. A questo punto si rischia di perdere per strada un investimento di 500 milioni, il nostro“.