MONDO – “Devi imparare a scegliere i pensieri allo stesso modo in cui scegli i vestiti ogni giorno“, afferma la scrittrice statunitense Elizabeth Gilbert in uno dei suoi romanzi. “Lavora sulla mente, è l’unica cosa che devi controllare. Se non riesci a dominare i tuoi pensieri sei nei guai per sempre“.
Quella enunciata dall’autrice è una verità utile per far riflettere chi tende a pensare troppo, rimanendo spesso incastrato tra una preoccupazione e un’altra. Fino a restare senza respiro, chiuso in una gabbia che ha inconsapevolmente costruito attorno a se stesso, trasformando le proprie ansie in linee da non superare. Confini da non oltrepassare. Per paura delle conseguenze, forse. O semplicemente “perché non si può avere tutto” o perché “bisogna sapersi accontentare”, anche rinunciando a desideri e aspirazioni che non sono irraggiungibili, ma che lo diventano solo perché lo decidiamo noi.
Il potere della mente
La mente, che ci piaccia o no, è l’arma più potente che l’essere umano possiede. Proprio a causa del suo ruolo centrale, la capacità di pensiero si può rivelare estremamente pericolosa: una vera e propria condanna, per chi – appunto – fa fatica a selezionare i propri pensieri, lasciandosi travolgere e condizionare anche da quelli più dannosi.
È questo che succede a gran parte di coloro che spesso non riescono a controllare il flusso dei loro pensieri, lasciandosi risucchiare da un vortice da cui puntualmente escono con un graffio in più. In molti casi la cicatrice continuerà comunque a far male, anche a distanza di tempo: averla sempre sotto gli occhi può risvegliare un ricordo che più volte si è cercato di arginare e che invece riemerge, inesorabile, come se volesse ricordarci che ciò che ci ha fatto soffrire è dietro l’angolo e può accadere di nuovo.
Invece, nonostante si sia soliti pensare il contrario, la propria cicatrice non è necessariamente un male: ci ricorda ciò che abbiamo passato. E finché rimane impresso ciò che è stato, è difficile che riaccada. La cicatrice è un promemoria: ci ricorda di stare attenti. Ma anche che riusciremo a superare le difficoltà che verranno, perché in fondo ce l’abbiamo fatta già una volta.
La Giornata mondiale della salute mentale
Si celebra oggi, martedì 10 ottobre, la Giornata mondiale della salute mentale. È stata istituita nel 1992 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), con l’obiettivo di intensificare un processo di sensibilizzazione relativo alle problematiche della mente, ancora considerate da molti un tabù.
Si tratta di un’occasione per sottolineare l’immenso valore della salute mentale, ancora troppo spesso ritenuta meno determinante di quella fisica.
Ricominciare a “vivere a colori”
Un errore molto comune è credere che, una volta finiti in frantumi, non ci sia più nulla da fare: secondo alcuni, non resta che osservare i propri cocci e forse sperare in un “miracolo” quando invece, magari anche ricorrendo all’aiuto di uno specialista, si è sempre in tempo per ricominciare. Ripartire da zero, o come direbbe Massimo Troisi, ricominciare “da tre” se si riconosce comunque di aver costruito qualcosa di buono nel corso della propria esistenza.
Il segreto è considerare le proprie crepe non come un segno tangibile del proprio fallimento, bensì come uno spiraglio da cui fare entrare la luce, per rinascere. Per dimostrare a noi stessi che esiste infinita bellezza dietro al mondo in bianco e nero in cui ci siamo abituati a vivere. Perché c’è sempre una nuova possibilità per risorgere dalle proprie ceneri. Ogni giorno, continuamente. Un po’ come il sole, che muore e rinasce sempre. E come, in fondo, dovremmo imparare a fare anche noi.