“Uccisi 139 bambini”, in Ucraina continua il massacro di Putin. Nel Lugansk referendum per annessione a Russia

“Uccisi 139 bambini”, in Ucraina continua il massacro di Putin. Nel Lugansk referendum per annessione a Russia

UCRAINA – Non si fermano le morti di civili in Ucraina, Paese martoriato ormai da un mese dalla guerra scatenata dalla Russia di Vladimir Putin. Nel corso delle ultime ore, intanto,  il Governo ucraino ha denunciato oltre 30 bombardamenti di complessi residenziali e infrastrutture nella regione di Kiev.

Ieri, a essere raggiunta dai missili, è stata invece la città di Leopoli, a una manciata di chilometri dal confine con la Polonia. Ad andare in fiamme è stato un deposito petrolifero.

Sempre nella giornata di ieri un altro attacco si è compiuto nella città di Boyarka, a poca distanza dalla capitale e nell’occasione sono state ferite quattro persone, tra cui un bambino.

A oggi, secondo gli ultimi conteggi ufficiali, sono 139 i bambini ucraini rimasti uccisi sotto le bombe di Mosca. A riferirlo è stato l’ufficio del Procuratore generale riportate su Telegram e citate da Ukrinform. Sono oltre 200, invece, i minori rimasti feriti.

Intanto Leonid Pasechnik, il leader dell’autoproclamata Repubblica di Lugansk, nell’est dell’Ucraina, riconosciuta indipendente a febbraio da Vladimir Putin insieme alla Repubblica di Donetsk, ha annunciato che in futuro potrebbe essere organizzato un referendum per chiedere l’annessione alla Russia.

La Russia sta cercando di dividere l’Ucraina in due per creare una regione controllata da Mosca dopo aver fallito nel prendere il controllo dell’intero Paese“, ha affermato al Guardian il capo dell’intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov.

Il Ministero dell’Interno ucraino, inoltre, ha reso noto che l’esercito russo avrebbe usato bombe a grappolo in una zona residenziale nella regione di Donetsk: “Il nemico ha sparato dai lanciarazzi multipli Tornado-C nel settore residenziale di Krasnohorivka, le munizioni sono cadute nelle strade del settore privato“.

Fonte foto: Pixabay