LONDRA – Si concluderà fra poche ore, alle 23 di oggi, il periodo di transizione della Brexit, facendo uscire de facto definitivamente il Regno Unito dall’Unione Europea e dal suo mercato unico. La fine di un’epoca e di un’instabilità politica durata circa 4 anni.
In molti, giustamente, si chiedono: Ma il Regno Unito non aveva già lasciato l’UE?
Effettivamente sì. Ufficialmente, dopo anni di trattative, iniziate dopo il referendum del 2016, il Regno Unito, con l’accordo di recesso, ha lasciato l’Unione Europea alle ore 23 del 31 gennaio del 2020. Tuttavia, entrambe le parti hanno concordato di mantenere molte cose uguali fino al 31 dicembre 2020, per concedere tempo sufficiente per procede alla stipulazione di un nuovo accordo commerciale.
La trattativa però, tra prese di posizione politiche, conflitti nella maggioranza nel Governo Britannico e la pandemia, è stata travagliata e l’accordo è arrivato solo il 24 dicembre scorso.
Cosa cambia a partire dal 2021?
L’accordo contiene nuove regole su come il Regno Unito e l’UE vivranno, lavoreranno e commerceranno insieme.
Mentre il Regno Unito era nell’UE, le aziende potevano acquistare e vendere beni oltre i confini dell’UE senza pagare le tasse e non c’erano limiti alla quantità di cose che potevano essere scambiate. Secondo i termini dell’accordo, ciò non cambierà il 1° gennaio, ma per essere sicuri che nessuna delle due parti abbia un vantaggio ingiusto, entrambe le parti hanno dovuto accettare alcune regole e standard condivisi sui diritti dei lavoratori, così come molte normative ambientali.
Cambiamento sostanziale arriva per quanto riguarda la libertà di lavorare e vivere tra il Regno Unito e l’UE. Quest’ultima, infatti, giunge definitivamente al termine e nel 2021 i cittadini britannici avranno bisogno di un visto se desiderano rimanere nell’UE più di 90 giorni in un periodo di 180 giorni. Idem per i cittadini europei che vorranno trasferirsi in UK.
Attenzione, però, considerata anche la delicata posizione e situazione socio-politica, l’Irlanda del Nord continuerà a seguire molte delle regole dell’UE per evitare un inasprimento dei suoi confini con la Repubblica d’Irlanda. Ciò significa tuttavia che saranno introdotti nuovi controlli sulle merci che entrano in Irlanda del Nord dal resto del Regno Unito.
Ci saranno interruzioni alle frontiere?
Secondo l’accordo stipulato in futuro dovrebbero non esserci nuove tasse da pagare alla frontiera, ma ci saranno nuove pratiche burocratiche, prima assenti, e la possibilità che possa causare ritardi è una seria preoccupazione.
“Questa è la più grande imposizione di burocrazia che le aziende hanno dovuto affrontare in 50 anni“, secondo William Bain del British Retail Consortium.
Il Regno Unito afferma che ritarderà l’esecuzione della maggior parte dei controlli di 6 mesi, per consentire alle persone di abituarsi al nuovo sistema, ma l’UE controllerà i documenti ed eseguirà i controlli sin dal primo giorno. Quindi, se le aziende britanniche non sono preparate o non compilano correttamente i nuovi documenti, potrebbero causare ritardi e arretrati in porti come Dover, uno dei principali della Britannia.
È difficile prevedere quale potrebbe essere l’entità di qualsiasi interruzione, ma il ministro del governo Michael Gove ha affermato che le imprese britanniche dovrebbero prepararsi per alcuni “momenti difficili“.
Si perderà l’assicurazione sanitaria europea?
Sì e no. In base all’accordo, se si dispone di una tessera sanitaria europea (Ehic), che dà diritto ai visitatori all’assistenza sanitaria statale necessaria (come incidenti ed emergenza) gratuitamente o a un costo ridotto, rimane valida nell’UE fino alla scadenza.
La buona notizia è che è in fase di sviluppo un sostituto dell’ultimo minuto, chiamato Global Health Insurance Card (GHIC).
Rimarrà gratuito e, sebbene non sia ancora possibile richiedere un GHIC, le domande potranno essere compilate nel nuovo anno.
La cattiva notizia è che i dettagli sono nel migliore dei casi imprecisi se non assenti. Il governo Britannico afferma che opererà come lo schema Ehic, con alcune importanti differenze: dovrebbe coprire per i viaggi nei paesi dell’UE, ma non se stai andando in Svizzera, Islanda e Liechtenstein.
Si potrà utilizzare la patente europea in Regno Unito e viceversa?
Il punto è sempre ancora leggermente confuso, ma secondo le prime indiscrezioni, nonostante la Brexit, a partire dal 1° gennaio si potrà continuare a viaggiare e utilizzare la patente europea senza necessità di richiedere quella internazionale. Attenzione, però, che se si vorrà viaggiare con la propria auto non basterà solo la normale copertura assicurativa, bensì sarà necessario richiedere la Green Card.
Potrò utilizzare lo stesso piano tariffario della mia sim in Regno Unito e viceversa?
No, il roaming europeo smetterà di esistere e, pertanto, si incorreranno a costi aggiuntivi.
Articoli comprati online dall’UE e inviati in UK incorreranno a ulteriori addebiti?
Purtroppo sì, qualsiasi articolo acquistato online dall’UE e inviato nel Regno Unito può incorrere in addebiti IVA e spese di gestione, a seconda del suo valore e se si tratta di un regalo o di un bene commerciale, secondo il Royal Mail. “Per gli articoli inferiori a £ 135 (a eccezione dei regali), l’IVA verrà riscossa direttamente quando acquistano la merce online. Per le merci con un valore superiore a £135 (e regali superiori a £39), Royal Mail può riscuotere l’IVA e i dazi doganali dal cliente prima della consegna “.
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