Street art, una forma di espressione e di denuncia sociale: dall’inquinamento alla guerra in Ucraina

Street art, una forma di espressione e di denuncia sociale: dall’inquinamento alla guerra in Ucraina

MONDO – La street art rappresenta una delle più affascinanti forme d’espressione di cui l’uomo dispone.

La peculiarità dei murales consiste senza dubbio nella facilità con cui è possibile ammirarli: per apprezzarne la bellezza, infatti, non è necessario recarsi in musei o gallerie d’arte, ma basta semplicemente guardarsi attorno e lasciarsi travolgere dalla vasta gamma di sfumature che gli artisti decidono di sfruttare, per restituire colore ai muri delle città di tutto il mondo e per porre sotto gli occhi di tutti alcuni dei disagi sociali su cui si vuole richiamare l’attenzione.

La street art: una forma di denuncia sociale

È sorprendente notare come i murales che decorano i centri urbani non si limitano ad avere una funzione esclusivamente estetica, ma spesso rappresentano una vera e propria denuncia sociale. Gli street artists generalmente, infatti, hanno l’obiettivo di invitare la popolazione a riflettere su tematiche attuali che nella maggior parte dei casi vengono rappresentate nella loro semplicità, proprio per trasmettere un messaggio in modo chiaro e diretto.

L’inquinamento raffigurato da Banksy

Uno dei temi a cui gli street artists riservano particolare attenzione è indubbiamente la questione ambientale.

Ne è un esempio emblematico il murale intitolato “Season’s greetings” che, situato a Port Talbolt nel Regno Unito, è stato realizzato nel 2018 da Banksy, un artista inglese che ha voluto porre sotto i riflettori il problema dell’inquinamento.

Nello specifico è possibile notare un bambino che, con un abbigliamento invernale e una slitta ai suoi piedi, sembra intento a mangiare dei fiocchi di neve.

A ricoprire un ruolo fondamentale è la scelta di Banksy di sfruttare – per la realizzazione del murale – due facciate ad angolo, che si rivelano fondamentali per riuscire a suscitare stupore nell’osservatore che in un primo momento è vittima di una sorta di “tranello” escogitato dall’artista.

Solo focalizzandosi sull’opera nel suo complesso, lo spettatore può comprendere che la prima impressione non è altro che una bugia, poiché dietro lo spigolo che separa le due pareti si cela una realtà molto diversa da quella immaginata: il bimbo non si sta nutrendo di neve, come Banksy ha voluto far credere inizialmente, bensì di cenere proveniente da un cassonetto in fiamme.

Gli street artists dicono “no” alla guerra: il mondo si tinge di giallo e azzurro

È altrettanto ammirevole l’impegno degli artisti che, attraverso i colori vivaci e brillanti che caratterizzano le loro opere, hanno voluto lanciare un messaggio di opposizione e dissenso nei confronti dell’attuale guerra in Ucraina.

Sono numerosi, infatti, gli street artists che hanno tinto di giallo e azzurro i muri delle città come dimostrazione di vicinanza nei confronti del popolo ucraino.

Uno dei più apprezzati manifesti contro l’orrore della guerra è quello situato a Cardiff (Ucraina) e realizzato da MyDogSighs, un artista britannico conosciuto per la sua predilezione nei confronti degli occhi che rappresentano il soggetto indiscusso delle sue opere.

L’artista avrebbe scelto di ritrarre una lacrima alludendo probabilmente alla sofferenza provocata dall’atrocità di un conflitto che, in quanto tale, rappresenta una circostanza totalmente disumana.

Un altro elemento che uscita interesse nell’osservatore e che rappresenta l’anima dell’opera è il paesaggio mozzafiato che si può intravedere nell’iride.

Fonte foto Pixabay