Cronaca

Maria Grazia Cutuli, il ricordo di Mattarella 20 anni dopo la tragedia: “Quanto fatto non andrà perso”

CATANIA – È ancora vivo il ricordo – sebbene siano passati 20 anni – della giornalista catanese Maria Grazia Cutuli, tragicamente uccisa in Afghanistan in un agguato nel lontano 19 novembre del 2001.

Le recenti, dolorose vicende dell’Afghanistan ci hanno riportato alla mente e nel cuore il sacrificio di Maria Grazia Cutuli, il suo senso di giustizia, il suo credo nella libertà e nell’indipendenza dell’informazione. Il nostro Paese ha dato tanto per aiutare la crescita e per stabilizzare l’Afghanistan: quanto è stato fatto e testimoniato non andrà perso ma resterà come punto di ripartenza per un impegno di civiltà“, ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Vittima di un agguato brutale e spietato mentre con altri giornalisti percorreva le strade dell’Afghanistan per raccontare i giorni intensi e drammatici, in cui le milizie guidate dal mullah Omar venivano sconfitte e fuggivano da Kabul. Una banda di assassini spezzò la vita a lei e ai tre colleghi“, prosegue Mattarella.

Era una giovane donna coraggiosa, una giornalista di valore, con grande passione civile e carica umana. Lo testimoniano i suoi numerosi articoli dai luoghi delle guerre e delle grandi crisi umanitarie. Ne sono prova le stesse corrispondenze dall’Afghanistan per il Corriere della Sera, il suo giornale, fino all’ultima, scritta il giorno prima dell’assassinio, in cui riferì la scoperta di tracce di gas nervino in una base abbandonata da Al Qaeda“, aggiunge.

E ancora: “Maria Grazia Cutuli aveva attenzione per le parti più deboli della società e il suo sguardo non trascurava mai la condizione femminile. Quando già aveva iniziato l’attività giornalistica, collaborando con quotidiani e periodici, decise di partire come volontaria per il Ruanda con l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani. Anche questo suo patrimonio aveva portato alla sua professione“.

Maria Grazia Cutuli è un simbolo del giornalismo, in una stagione in cui tanti cronisti sono minacciati e la libertà stessa deve affrontare vecchie e nuove barriere. Senza un giornalismo libero, capace di osservare e narrare la realtà in cambiamento, senza un giornalismo che cerchi le verità senza pregiudizi, dando voce in questo modo al pluralismo vitale nelle società, saremmo tutti più poveri e meno liberi“, conclude.

Redazione

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