Alda Merini, una vita difficile tra genio e follia: 11 anni fa ci lasciava la grande poetessa italiana

Alda Merini, una vita difficile tra genio e follia: 11 anni fa ci lasciava la grande poetessa italiana

Sono nata il 21 a primavera“, inizia così una poesia di Alda Merini che individua con esattezza anche il momento in cui venne al mondo: era, infatti, il 21 marzo 1931 quando nacque la grande scrittrice italiana, a Milano. L’1 novembre 2009, a causa di un tumore osseo, invece, si spense all’ospedale. Aveva 78 anni e l’ultimo saluto avvenne nel Duomo di Milano, quella che potremmo definire come la sua “città del cuore”.

Una vita di alti e bassi

Una vita difficile, fatta di alti e bassi, fin dall’infanzia quando non si sentiva compresa dai suoi genitori ed era sempre malinconica. Così passarono gli anni tra momenti di pura “follia” e altri di estrema lucidità e finezza di pensiero. Tutti gli scritti di Alda Merini rispecchiano il suo modo di essere, tutto il dolore e la sofferenza vissuti in vita, prima tra tutti la depressione post-parto che la trascinò in un abisso profondo e – apparentemente – senza uscita.

Per questa ragione, infatti, fu rinchiusa in un ospedale psichiatrico e questa fu la sua “casa” per 8 anni, non escludendo qualche ritorno alla sua vera dimora. Proprio lei scrive: “Quando mi ci trovai nel mezzo credo che impazzii sul momento stesso, in quanto mi resi conto di essere entrata in un labirinto dal quale avrei fatto fatica ad uscire. Improvvisamente, come nelle favole, tutti i parenti scomparvero“. Si percepisce, racchiusa in poche parole, la solitudine di questa donna, neanche il marito le è mai stato vicino e non andava a trovarla.

Ecco che la grande scrittrice, quasi “costretta” a sfruttare la sua vena artistica per trovare “conforto”, una mano d’aiuto, (inconsapevolmente) stava già lasciando una traccia di sé, raccontando l’inferno e insegnando come uscirne, a testa alta. Perché quando si arriva in fondo, si può soltanto risalire. E Alda Merini lo sapeva alla perfezione.

Uno dei più belli capolavori, tra l’altro, “La terra Santa” fu realizzato proprio in questo periodo così buio, eppure estremamente produttivo. Ma non è tutto: la Seconda Guerra Mondiale e i bombardamenti su Milano segnarono inevitabilmente un pezzetto della sua vita che la portarono a cambiare cittàVercelli fu la nuova destinazione dopo che la sua casa fu interamente distrutta.

Tra genio e follia

La sua genialità emerse fin da subito e Alda Merini iniziò precocemente a farsi strada nel panorama culturale italiano, non demordendo neanche un minuto. Ecco che, a soli 15 anni, una sua poesia fu apprezzata dal critico letterario Giacinto Spagnoletti che divenne il suo tutore letterario e, grazie a lui, videro la luce le prime poesie pubblicate nella raccolta “Antologia della poesia italiana contemporanea 1909-1949“.

Nel 1947, però, qualcosa distrusse la sua quiete e serenità. Si scoprì, infatti, attraverso accertamenti approfonditi, che Alda soffriva di un disturbo bipolare e da questo nacque la raccolta “La presenza di Orfeo“. Poi, nel 1986 venne pubblicato il libro in prosa “L’altra verità. Diario di una diversa“, ricordando sempre l’esperienza del manicomio che incise profondamente un solco dentro di lei.

Tutt’oggi, infatti, non manca chi la etichetta come la “poetessa della follia“, proprio a voler indicare che Alda Merini riuscì a estrapolare cultura pura, “magia”, da un ambiente che, per sua natura è ostile e lo sarebbe per chiunque. Nonostante tutto, infatti, la sua memoria è sempre rimasta fervida più che mai: un miracolo, una parentesi felice in una vita complessa ma indimenticabile.

La stessa poetessa milanese era consapevole di tutto ciò e scriveva: “Io il male l’ho accettato ed è diventato un vestito incandescente. È diventato poesia. È diventato fuoco d’amore per gli altri”. L’insegnamento più grande è proprio quello di vedere bellezza anche dove nessuno è capace a farlo ed esprimerla per come si può: scrittura, arte, musica… Paradossalmente, tra l’altro, Alda Merini sembrava essere una “diversa”, una donna “fuori dagli schemi”, una che – per natura – sta “dietro gli altri” e, invece, senza saperlo stava già un passo avanti a tutti. E ci sta ancora.

Le migliori 10 citazioni di Alda Merini

  • La migliore vendetta? La felicità. Non c’è niente che faccia più impazzire la gente che vederti felice
  • Ogni alba ha i suoi dubbi
  • Io la vita l’ho goduta perché mi piace anche l’inferno della vita e la vita è spesso un inferno. Per me la vita è stata bella perché l’ho pagata cara
  • Ci si abbraccia per ritrovarsi interi
  • Se Dio mi assolve, lo fa sempre per insufficienza di prove
  • Si impara a vivere quando si impara a morire
  • I lapsus sono delle tremendi spie
  • C’è gente che parla per riempire il vuoto della sua intelligenza
  • Niente è più necessario di ciò che non serve”
  • Esistono mani fatate che possono diventare fatali