Operazione “Fondo agricolo”, frode ai bilanci di UE e Regione Siciliana: denunciate tre persone

Operazione “Fondo agricolo”, frode ai bilanci di UE e Regione Siciliana: denunciate tre persone

MESSINA – I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina, all’esito di articolate indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), nella persona del Procuratore Capo, dr. Emanuele Crescenti, hanno scoperto una strutturata frode ai danni del bilancio dell’Unione Europea e della Regione Siciliana, dando esecuzione ad una misura cautelare personale e al sequestro del profitto illecito pari a 180mila euro, nonché di un impianto fotovoltaico, del valore oltre 230mila euro.

Nel dettaglio, le Fiamme Gialle della Tenenza di Patti, coordinate dal Sost. Proc. Emanuela Scali, sviluppavano complesse investigazioni rispetto ad una articolata frode internazionale, finalizzata a intercettare indebitamente contributi pubblici, comunitari e regionali, nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale Regione Sicilia 2007/2013, in relazione alla realizzazione di un impianto fotovoltaico nel territorio di Montalbano Elicona (ME).

In tale ambito, secondo ipotesi investigativa, emergevano responsabilità penali nei confronti di tre soggetti, un imprenditore e un ingegnere, messinesi, e una imprenditrice catanese, quest’ultima dimorante a Enna, indagati a vario titolo per truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e autoriciclaggio.

Più in particolare, anche all’esito di perquisizioni locali e complesse analisi documentali e bancarie, è emerso come un ingegnere messinese, L.F.S., 44 anni, gestisse, di fatto – attraverso un trust amministrato da una società fiduciaria – una società maltese, secondo ipotesi investigativa esistente solo cartolarmente, in quanto del tutto priva di personale dipendente e di una reale struttura operativa, e come tale schermo giuridico estero fosse stato utilizzato per consentire ad un imprenditore messinese, A.A., 40enne, operante nella coltivazione di frutti oleosi, non solo l’evasione delle imposte, ma soprattutto di beneficiare di un contributo AGEA per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

A tal fine, si accertava l’emissione di fatture fittizie per oltre 130mila euro per l’acquisto di materiali e prestazioni d’opera.
Analogamente, le indagini documentali, integrate da ulteriore attività istruttoria, hanno consentito di attribuire analogo comportamento anche all’imprenditrice catanese C.M., 81enne, la quale, con le medesime finalità, emetteva nei confronti di A.A. fatture in tutto o in parte false per oltre 70mila euro, per la compravendita di due mezzi agricoli.

In altri termini, la fittizia documentazione così prodotta veniva annotata nel computo metrico allegato alla domanda per l’ottenimento del pagamento del contributo, presentata da A.A. all’Assessorato Regionale all’Agricoltura della Regione Sicilia, inducendo pertanto in errore i relativi funzionari e così ottenendo l’ingiusto profitto, peraltro corrisposto, di circa 180mila euro sui 237mila euro di spesa ammessa.

Seppur in una fase cautelare – che solo attraverso il contraddittorio tra le parti e le decisione di Giudici ulteriori e diversi rispetto al GIP si potrà trasformare in una decisione definitiva in ordine alle responsabilità sino ad ora ipotizzate – i convergenti elementi indiziari raccolti dalle Fiamme Gialle pattesi e condivisi dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, sono stati adeguatamente vagliati dal competente Giudice del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto che, all’esito, ha ritenuto le “articolate consecuzioni di una serie di false fatturazioni inerenti un rapporto tra soggetti fittizi”, “riconducibili ad un unico centro decisionale, anche per mezzo di società di Malta”, un chiaro indice di pericolo di reiterazione delittuosa da parte dell’ingegnere messinese, cui veniva conseguentemente applicata la misura cautelare interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale di ingegnere e l’attività imprenditoriale, per un periodo di 12 mesi.
Con il medesimo provvedimento, inoltre, il Giudice, su conforme richiesta della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, disponeva anche il sequestro finalizzato alla confisca dei circa 180mila euro indebitamente ottenuti.

Ancora, sempre i Finanzieri della Tenenza di Patti hanno sottoposto a sequestro, con separato provvedimento del Giudice del Tribunale e su richiesta della Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, anche l’impianto fotovoltaico con annesso biotrituratore, del valore di stima pari ad oltre 230mila euro.

Immagine di repertorio