“Ho ucciso la mamma. Addio”: il messaggio audio dell’ex finanziere alla figlia dopo l’omicidio della moglie

“Ho ucciso la mamma. Addio”: il messaggio audio dell’ex finanziere alla figlia dopo l’omicidio della moglie

GIOIOSA MAREA – Il sessantacinquenne Tindaro Molica Nardo, ex brigadiere della Guardia di Finanza, ha mandato un messaggio vocale via WhatsApp alla figlia Patrizia con scritto Ho ucciso la mamma. Addio e poco dopo ha ucciso la moglie, Maria Febbronia “Bonina” Buttò, cinquantanovenne, con un coltello. Successivamente, si è tolto la vita. È l’ulteriore elemento che emerge dalle indagini sul femminicidio avvenuto nei giorni scorsi a Gioiosa Marea, in provincia di Messina.

L’avvenimento ha scosso la comunità locale e tra i residenti c’è incredulità per il fatto di cronaca così violento. I coniugi erano conosciuti nella cittadina. La Procura ha dato incarico al medico legale Elvira Ventura Spagnolo per esaminare i due cadaveri. La donna aveva evidenti ferite alle mani, segno che ha cercato in ogni modo di difendersi. L’esito dell’autopsia sarà determinante per capite cosa sia avvenuto in casa. Tutti parlano di una notizia inaspettata perché, nonostante i continui litigi tra la coppia, nulla lasciava presagire quanto accaduto.

Cosa è accaduto

Il tragico ritrovamento di Tindaro Molica Nardo, 65 anni, ex brigadiere della Guardia di Finanza in pensione, e della moglie Maria Febbronia “Bonina” Buttò, 61 anni, cuoca che lavorava principalmente in strutture ricettive durante il periodo estivo, è stato fatto nella loro cucina, dove erano seduti uno accanto all’altro e sembrava avessero appena bevuto il loro ultimo caffè insieme. Le loro due figlie sono state le prime a scoprire i loro corpi senza vita, immersi in una pozza di sangue, nella loro casa di via Casani a Gioiosa Marea, nella parte est del centro abitato. Le grida di disperazione della figlia hanno attirato l’attenzione dei vicini, che hanno subito dato l’allarme.

I carabinieri della Compagnia di Patti, insieme ai militari della Stazione locale e agli specialisti del Reparto Investigazioni Scientifiche dei carabinieri di Messina, sono intervenuti immediatamente sul posto, insieme ad un’ambulanza del 118. Il Procuratore Capo della Repubblica di Patti, Angelo Cavallo, il sostituto procuratore Federica Urban e il medico legale Elvira Ventura Spagnolo sono arrivati poco dopo per avviare le indagini.

L’ipotesi principale è che l’ex finanziere abbia commesso un omicidio-suicidio, anche se le indagini sono ancora aperte e non viene trascurata nessuna pista. Vicino ai corpi è stato trovato un coltello da cucina ancora insanguinato. Le salme sono state trasportate alla sala mortuaria del Policlinico di Messina dove sarà eseguita l’autopsia. Le autorità sperano di ottenere maggiori informazioni sull’accaduto, tra cui la dinamica e le tempistiche delle morti.

L’intera comunità è rimasta sbalordita e incredula per l’accaduto, avvenuto proprio nelle strette strade del tranquillo paese dedicato al lavoro e al turismo estivo. Tindaro Molica Nardo si era ritirato dalle Fiamme Gialle da diversi anni, dopo aver prestato servizio a lungo presso la Tenenza di Capo d’Orlando. “Fino a un paio di giorni fa ho visto Tindaro sul balcone mentre fumava una sigaretta“, ha detto uno dei vicini di casa indicando l’appartamento al primo piano. “L’ho salutato e sembrava completamente tranquillo“. “Incontravamo spesso Bonina, all’anagrafe Febbronia, ma qui la chiamavamo tutti così, perché i corrieri spesso si confondevano con le consegne dei nostri pacchi proprio a causa del suo nome“, ha raccontato un altro residente della zona, sottolineando che la donna era molto conosciuta per la sua attività di cuoca.