MESSINA – L’arresto dei tre giovani evasi dal carcere di Barcellona Pozzo di Gotto è frutto di un’articolata attività d’indagine coordinata dalla procura di Barcellona Pozzo di Gotto, diretta dal procuratore Emanuele Crescenti, ed avviata immediatamente dopo la fuga.
La notte del 13 luglio, Emanuele Rossitto, 19 anni, Vittorio Smiroldo, 25 anni, e Gaetano Schiaccitano, 22 anni, dopo aver pianificato accuratamente la loro fuga, hanno divelto le inferriate poste nella finestra della propria cella e, oltrepassato il cortile del carcere, hanno superato il muro di cinta dandosi alla fuga, facendo perdere le loro tracce.
L’immediato allarme, dato dal personale del carcere, ha fatto scattare subito le ricerche da parte dei carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto. Dopo alcune ore, i militari hanno ritrovato a Santa Lucia del Mela l’auto con cui i tre fuggitivi si erano allontanati per raggiungere il loro rifugio.
Da una prima ricostruzione dei fatti, gli evasi hanno potuto contare sull’aiuto di un complice che li aspettava oltre le recinzioni della struttura penitenziaria con un’auto che aveva rubato poco prima in località Fiumarella di Merì. Le ricerche si sono concentrate immediatamente nel territorio di Santa Lucia, anche con il supporto dei carabinieri del Nucleo Elicotteri di Catania.
A sostenere la latitanza è stata la rete di familiari e amici su cui i tre giovani hanno potuto contare, non solo nell’hinterland barcellonese ma anche nella città di Messina. Grazie all’appoggio dei parenti sul territorio di Santa Lucia hanno potuto usufruire di più rifugi messi a disposizione per la loro latitanza.
I prolungati servizi di pedinamento, hanno permesso di seguire gli spostamenti dei familiari e di poter così intercettare ed arrestare gli evasi. La fuga dei tre giovani si è conclusa nel primo pomeriggio quando, a distanza di poche ore l’uno dall’altro, i 3 sono stati individuati e arrestati.
Nella mattinata di ieri, infatti, uno dei giovani, Smiroldo, ha lasciato i compagni per chiedere maggior sostegno e copertura alla sua latitanza dall’amica Silvia Rolla di Messina, già nell’immediatezza dei fatti inserita nella cerchia di amici e parenti che avrebbero potuto dare manforte alla clandestinità dei fuggiaschi.
I carabinieri e la polizia penitenziaria, che tenevano sotto osservazione la donna e la sua abitazione, hanno intercettato ed arrestato Smiroldo al momento del loro incontro lungo il viale Libertà della città.
Nella pianificazione di un contestuale controllo delle zone d’interesse, altri uomini impegnati sul campo, hanno seguito la sua convivente, Serena Guercio. Su di lei, infatti, si sono fin da subito concentrate le indagini da parte dei Carabinieri in quanto sospettata di aver agevolato la fuga. La ragazza, infatti, ha fatto numerosi spostamenti tra i territori di Milazzo e Santa Lucia del Mela ed era in contatto con i parenti dei fuggitivi che vivevano a Santa Lucia e a Milazzo.
Poco dopo la cattura di Smiroldo si è stretto il cerchio sugli altri due che, appresa la notizia della cattura del compagno ed intuendo che le forze dell’ordine erano vicine al loro ritrovamento, hanno deciso di dividersi. Schiaccitano, cercando di raggiungere il porto a Milazzo, è stato arrestato mentre si trovava nei pressi della fermata del bus vicino dell’ospedale di Milazzo. Contestualmente, nel territorio di Santa Lucia, i carabinieri e la polizia penitenziaria hanno eseguito serrate ed accurate perquisizioni in abitazioni abbandonate nei pressi del Castello e, dopo aver fatto irruzione in una di queste, hanno trovato ed arrestato Rossito.
I tre sono stati rinchiusi nel carcere di Messina Gazzi.