MESSINA – Nuovamente riflettori puntati sul Policlinico di Messina: già nei giorni scorsi vi avevamo parlato di quanto sta accadendo (clicca qui per leggere l’articolo in questione) e oggi arriva sempre dall’USB una ulteriore nota stampa di denuncia in merito ad una vicenda surreale con protagonista il nosocomio messinese e l’emergenza sanitaria da Coronavirus.
“La nostra organizzazione sindacale denuncia la situazione che si sta verificando all’interno dell’Azienda Policlinico di Messina e che sta portando, come conseguenza, un aumento di operatori sanitari positivi e dei reparti dimezzati di personale.
Sembra che la posizione dell’Azienda sia quella di effettuare tamponi di controllo solo a chi viene in contatto per più di 15 minuti con un soggetto positivo. Di fatto non si effettuano tamponi di controllo al personale come routine normale. Viene spontanea una domanda a chi effettua queste procedure: come si fa in un ambiente ospedaliero, per il tipo di lavoro e per i locali in comune, ad effettuare un distanziamento fra operatori e operatori e utenza?
I ricoveri che non sono stati dimezzati fanno sì che i pazienti fra di loro non possono avere un distanziamento adeguato, ciò si può evidenziare guardando i posti letto occupati di alcuni reparti. Una falla nelle procedure c’è.
In alcune unità ormai è noto, si è saputo della positività di alcuni pazienti solo dopo il ricovero nel reparto. Siamo venuti pure a sapere che in alcune unità non ci sono i DPI adeguati e quando si verifica un evento avverso come questo, gli operatori non sono tutelati e sono privi di difese. Ormai sono da rivedere tutte le procedure, compreso il fatto che le mascherine chirurgiche sono sufficienti alla protezione degli operatori, per il lavoro che svolgono. Ed è paradossale invece vedere le mascherine FP2 in giro negli uffici.
Inoltre, sembra che la sanificazione da parte della ditta incaricata non venga effettuata in maniera continua, e specie di notte, dove si sono verificati casi, non esiste. E gli ausiliari a cui viene dato il compito non possono farla in maniera adeguata e in alcuni casi non vengono loro forniti i DPI necessari.
L’Azienda ha il dovere di tutelare tutti gli operatori e l’utenza che ad essa si affida. L‘AOU è il centro più importante per i ricoveri Covid e quello che ha dato più disponibilità in numeri, ma con quale risultato? E soprattutto con quali mezzi? Personale dimezzato nei reparti e non tutelato e quello che rimane spostato al Covid. E la qualità dell’assistenza?
Prima che tutto degeneri, la nostra organizzazione sindacale chiede che i tamponi di controllo agli operatori vengono fatti regolarmente, che i DPI compresi di mascherine FP2, visiere e camici vengono dati in tutte le unità ricordando che sono monouso e che hanno una durata di poche ore per essere efficaci, che non manchi il gel disinfettante per le mani e che sia disponibile per tutti, che non manchino i presidi per sanificare e su tutto questo di fare dei controlli e sorvegliare sul normale consumo. Di pensare ad assunzioni stabili per tutte le categorie, come abbiamo più volte scritto: la coperta tirata troppo da tempo si sta spezzando.
Resta inteso che la nostra organizzazione sindacale per la tutela di tutti gli operatori e dell’utenza è pronta a prendere tutte le iniziative in tutte le sedi a noi consentite“.
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