L’importanza e il valore del nostro passato, “Il cantastorie e la liggenna di Vanni Lupu” al “Marchesi” di Mascalucia

L’importanza e il valore del nostro passato, “Il cantastorie e la liggenna di Vanni Lupu” al “Marchesi” di Mascalucia

MASCALUCIA – Turpe est in patria vivere et patriam non cognoscere”. Questa espressione di Plinio il Vecchio, mette in evidenza la necessità di conoscere la storia e le radici dell’ambiente in cui si vive per comprendere meglio la nostra stessa esistenza.

La nostra Sicilia, situata al centro del Mediterraneo, per la sua bellezza, per il suo clima, per la sua ricchezza faunistica ed agricola è sempre stata obiettivo di conquista di tutti i popoli europei che tanto hanno preso, ma tanto hanno dato. Oggi la Sicilia è uno scrigno ricolmo di cultura e di arte che rimane però ignorata e sconosciuta a molti dei suoi abitanti, soprattutto ai giovani.

In questa ottica, è nato il progettoAlla ricerca delle nostre tradizioni” al “Marchesi” di Mascalucia, rientrante nell’attività progettuale Ptoliss, curato dalle docenti Tania Pagliaroto e Santa Garraffo e dall’esperto Gabriele Passanisi, per la valorizzazione della lingua siciliana e delle tradizioni del territorio.

Progetto che è partito da una prima trance formativa sulla conoscenza di tutto ciò che è Cultura e Tradizioni Siciliane, si è poi concluso con la messa in scena della drammatizzazione “Il Cantastorie e la liggenna di Vanni Lupu”.

L’evento si è svolto lo scorso 26 maggio. Drammatizzazione in lingua siciliana, basata sui versi del bozzetto melodrammatico “Vanni Lupu” di Nino Martoglio su cui è stata innestata la figura del cantastorie raccontata e spiegata dalle giovani studentesse/attrici e dai giovani studenti/attori della classe 2F scientifico.

I cantastorie hanno invitato gli spettatori a calarsi nei panni degli abitanti di un paese della Sicilia di cento anni fa e, fungendo da filo conduttore, hanno narrato la vicenda leggendaria, puntualizzandola con canti accompagnati dalla chitarra, caratteristica costante ed immancabile nelle rappresentazioni di tutti i cantastorie.

Le musiche sono state scritte appositamente per questa rappresentazione da Gabriele Passanisi, amante e cultore delle tradizioni siciliane che ha curato la messa in scena insieme alla docente Tania Pagliaroto. I ragazzi entusiasti ed emozionati hanno accettato con impegno e maturità la proposta di rappresentare un’opera tutta in lingua siciliana cimentandosi in canti dal vivo e battute ricche di pathos.

Crediamo di aver raggiunto il fine ultimo di questa attività – affermano Gabriele Passanisi e Tania Pagliaroto – quello di far nascere l’amore per la nostra terra attraverso la conoscenza delle sue radici, usando come viatico il Teatro, mezzo formidabile se usato con la consapevolezza che si lavora per gli studenti/attori e non per gli spettatori”.

La Dirigente, Lucia Maria Sciuto, soddisfatta di questo progetto aggiunge: “Abbiamo lavorato sempre e di più. Ai detrattori interni ed esterni va un ringraziamento per aver contribuito a dare forza e valore alle azioni curriculari e progettuali del PTOF del Concetto Marchesi”.

 

Con questa modesta opera, si spera di aver piantato un seme che ci auguriamo possa germogliare e produrre amore per la Sicilia e per il teatro.