ITALIA – In bilico il Superbonus 110%: c’è chi vorrebbe la proroga e chi vorrebbe cancellarlo o semplicemente modificarlo. Si parla anche di una detrazione del 75%, in sostituzione di quella attuale. Vediamo, però, in che termini.
La stessa Mara Carfagna, ministro per il Sud e la coesione territoriale, ha sostenuto in occasione di un’intervista al Sole 24 Ore che è necessario modificare “procedure che non consentono a enti e imprese di correre ad armi pari con i loro omologhi del centro-nord“.
“L’analisi storica ci dice che al Sud è assorbibile solo il 9% quindi 1,7 miliardi“, mentre a livello nazionale il superbonus 110% vale 18 miliardi e 720 milioni.
“Dobbiamo evitare che il superbonus resti inaccessibile a milioni di cittadini e per farlo bisogna riformare gli iter procedimentali che possono incidere di più dove c’è una macchina amministrativa meno agile. Debolezza amministrativa degli uffici tecnici dei Comuni e confusione accumulata negli anni tra piani urbanistici e condoni: su questo stiamo lavorando anche con un focus specifico sulle Pa meridionali“, aggiunge.
Il dibattito
Il Superbonus 110% è al centro di un dibattito politico. In Senato, infatti, si è proposto di semplificare la procedura, prevedendo meno aliquote e una sola detrazione fiscale al 75% (ma che non riguarda solo il Superbonus). Tra le novità, potrebbe allargarsi la cerchia dei beneficiari, abolendo le complicazioni burocratiche.
Ciò che è vero è che si parla di estendere tutto al 2023, semplificando gli adempimenti, ma non si sarebbe mai parlato in Parlamento di una riduzione dell’aliquota fiscale relativa al Superbonus.
Allora da dove deriva l’indicazione del 75%? Facciamo chiarezza. La proposta, infatti, è quella di armonizzare tutte le detrazioni fiscali sotto un’unica aliquota fiscale del 75%, creando un testo unico delle detrazioni fiscali. Ma non si parla solo del Superbonus, ma anche di altri sussidi.
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