“La somma dei giorni” di Isabel Allende

“La somma dei giorni” di Isabel Allende

Prima e dopo di lei. Con lei, senza. C’è una linea di confine immaginaria attraverso cui la scrittrice sudamericana Isabel Allende, firma eccelsa da ottanta milioni di copie, cristallizza il suo tempo. Si chiamava Paula, era una bellissima ragazza di 28 anni, la gemella cattiva della vita le aveva appena donato il suo biglietto da visita in cambio di un destino crudele. Nel 1991 Paula si ammalò di una grave malattia ereditaria, la porfiria. Morì il 6 dicembre 1992. Paula era la figlia di Isabel.

In questi dolorosi trentanni, la madre di Paula ha avuto intorno sorgenti di forze umane da cui non si è mai sottratta. Ha rifiutato la fuga emotiva davanti a uno strazio immane, lo ha elaborato adottando tutte le strategie per il morso che l’ha costretta a convivere con la pena.

Grata a “La somma dei giorni” per essere stata una madre, sua madre. Le pagine del diario di Isabel sono state recapitate all’affollata platea dei suoi lettori, precedute da un libro e da racconti pulsanti d’amore per quella figlia adottata da due ali materne. Per Isabel la sua numerosa famiglia è stata cura della rosa nuda di foglia. Se un tempo il grembo rimase vuoto, da quel momento il cuore promise di moltiplicarne gli accessi.

La scrittura è terapia del dolore fisico e mentale. Sulle proprietà curative della penna, numerosi articoli accademici di psicologia hanno sempre trovato un largo consenso da specialisti e dai loro pazienti. Al farmaco in soccorso del singolo caso, viene aggiunto un supporto imprescindibile alla remissione dei sintomi. Da fedele alleata la scrittura si amalgama al viaggio interiore lungo fiumi di inchiostro. Un luttuoso nero, che con la collaborazione di virgole pazienti, cede al risveglio riscaldato da un nuovo sole.

Ancora non sapevo che la tristezza non ti abbandona mai del tutto, rimane sotto pelle, senza tristezza oggi non sarei quella che sono e non potrei riconoscermi allo specchio“. Ancora una volta Isabel Allende torna a scrivere di Paula, della meta sconfitta da un sogno interrotto a metà. Le racconta la sua vitadopo di lei“, tredici anni dopo la sua morte, tredici anni dopo la breve malattia. Le scrive del suo nuovo compagno, dei nipoti, del figlio.

La famiglia della scrittrice è un vero e proprio clan di origine matriarcale, un prezioso supporto emotivo che ha dato linfa alle forze accecate dalla bellezza di Paula sparsa in ogni organo vitale della madre. “La vita non è una fotografia in cui uno sistema le cose perché tutto venga bene e poi fissa l’immagine per i posteri; è un procedimento sporco, disordinato, rapido, pieno di imprevisti. Lunica cosa certa è che tutto cambia“.

Al cospetto del suo nome, tutto il mondo la celebra elargendo un corale applauso riservato ai grandi della letteratura. Ma Isabel è anche una mamma che nel 2023, a ottant’anni compiuti da un anno, ritorna dove non ha mai smesso di restare. Non ha mai perso il contatto con Paula, l’aura dolce della figlia è sempre stata l’ombra intuita con il sorriso sospeso tra il successo planetario e un ricordo malato nel cuore.

In questo diario autobiografico, Isabel non ha ammesso filtri che avrebbero potuto alterare il miele amaro della sua lunga vita sotto i riflettori. A capo del suo regno, domina la feconda narrativa sudamericana che ad oggi non è stata ancora superata. Il bellissimo volto di Isabel Allende regna sulle copertine di sessanta libri tradotti in 30 lingue e diventati best seller in Europa, Usa, America Latina e Australia.
La scrittrice vive nella sua grande casa in California dove, con cadenza annuale, sulla tastiera di un Mac viene digitata la parola fine di un nuovo romanzo. Forza e fragilità sono state un laboratorio fattivo di una vita vissuta a fasi alterne tra opacità e momenti di internazionali encomi culturali.

Anche se la luna le ha rubato la sua giovane stella, la vita di Isabel è stata percorsa dall’amore in nome della Luce traslata nella dimensione eterna. Paula non l’ha mai lasciata, Paula ha sempre condiviso con Isabel “la somma dei giorni” avari di cifre che, se numerate uno dopo l’altro, avrebbero indebolito una comunione unica al mondo.

Cè sempre stato un pensiero scolpito nella sua carne, la stessa che nel 1963 diede al mondo Paula Frías Allende, figlia di Isabel e Michael Frías, primo marito della scrittrice.

sara