ITALIA – “Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita“: inizia così la Divina Commedia, siamo nella notte tra il 24 e il 25 marzo 1300 e da questi versi prende avvio il grande “viaggio” nell’aldilà del Sommo Poeta Dante Alighieri.
Proprio oggi, infatti, si celebra il Dantedì, Giornata nazionale istituita nel 2020 dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro Dario Franceschini. Quest’anno, però, ha una valenza simbolica ancora più importante dato che, nel 2021, ricorre anche il 700esimo anniversario della morte del poeta.
Gli “strafalcioni” degli studenti
Da Nord a Sud, l’Italia omaggia uno dei grandi “padri” della lingua italiana. E se da un lato chiunque riconosce un’importanza notevole a Dante, anche ai giorni d’oggi, gli studenti del Bel Paese, non sarebbero del tutto preparati in materia.
Secondo un’indagine condotta da Skuola.net, 1 ragazzo su 5 non avrebbe indicato Firenze come città di nascita, il 45% ignorerebbe anche il luogo di morte e sepoltura: Ravenna. Anche storicamente, soltanto il 52% lo collocherebbe esattamente tra il 1200 e il 1300, il resto sarebbe ancora incerto.
Proseguendo con gli strafalcioni più grandi, c’è chi attribuisce la Divina Commedia a Omero, Virgilio o Pirandello; altri studenti parlano dell’opera dantesca come una composizione “in memoria di Dante“. Il 22% non riconosce Beatrice come guida e il 17% non ricorda che, nell’Inferno, accanto al Sommo Poeta c’era Virgilio. I più fantasiosi parlano di una “friendzone” della bella amata.
Dante al tempo del Covid
Anche in piena emergenza pandemica, Dante Alighieri non abbandona i suoi “figli”, così come fanno i padri. Leggere la Divina Commedia oggi, infatti, può essere uno spunto per tutti per ricordare che dopo tante peripezie arriva finalmente la serenità, la “luce in fondo al tunnel” tanto cercata e sperata.
Lo stesso Papa Francesco, nella sua lettera apostolica “Candor Lucis Aeternae“, scrive: “In questo particolare momento storico, segnato da molte ombre, da situazioni che degradano l’umanità, da una mancanza di fiducia e di prospettive per il futuro, la figura di Dante, profeta di speranza e testimone del desiderio umano di felicità, può ancora donarci parole ed esempi che danno slancio al nostro cammino. Può aiutarci ad avanzare con serenità e coraggio nel pellegrinaggio della vita e della fede che tutti siamo chiamati a compiere“.
“Dante è l’idea stessa di Italia”
Dello stesso avviso anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha sostenuto: “La coerenza di Dante sia un esempio per noi“. Il ministro della Cultura Dario Franceschini scava più a fondo: “Dante ricorda molte cose che ci tengono insieme. Dante è l’unità del Paese, Dante è la lingua italiana, Dante è l’idea stessa di Italia“.
“In un momento difficile come questo attorno a Dante vi sia una grande vitalità e coesione della comunità nazionale. In fondo, lui stesso ci ha indicato la strada, quando alla fine del lungo viaggio all’Inferno, ha concluso con ‘E quindi uscimmo a riveder le stelle’“, conclude.
Questo è, senza ombra di dubbio, il messaggio più profondo che dobbiamo tenere a mente, in occasione del Dantedì e nei giorni a seguire, per vincere la battaglia che, tutti insieme, stiamo combattendo.
Fonte immagine: Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale