ITALIA – La Giornata Internazionale della Memoria delle Vittime della Schiavitù e della Tratta Transatlantica degli Schiavi si celebra ogni anno il 25 marzo, è stata istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, con lo scopo di ricordare le vittime della tratta degli schiavi africani e promuovere la comprensione della tragedia che non va dimenticata per non commettere nuovamente gli stessi errori.
La Tratta Transatlantica degli Schiavi
Il commercio di esseri umani durò circa 400 anni, dal 15esimo al 19esimo secolo. Durante la Tratta Transatlantica degli Schiavi sono stati catturati milioni di africani, sfruttati principalmente nelle colonie europee delle Americhe. Parliamo di una delle più grandi tragedie umane della storia, insieme alla deportazione degli ebrei nei centri di sterminio. Si stima che almeno 12 milioni di africani furono deportati in America e molti morirono durante il viaggio a causa delle condizioni disumane nelle navi schiaviste.
In quel periodo le persone deportate erano costrette a lavorare nelle piantagioni di cotone, tabacco e canna da zucchero, erano oggetto di un trattamento brutale e degradante, con poche possibilità di liberarsi dalla schiavitù. La tratta degli schiavi africani ha contribuito a creare il razzismo moderno ed è stata una delle principali cause della disumanizzazione degli africani.
Una forma di schiavitù moderna
Una pratica di sfruttamento lavorativo che non riconosce l’individualità e disumanizza è il caporalato, diffuso soprattutto nel settore agricolo. Consiste nella gestione di gruppi di lavoratori, spesso stranieri o in situazioni di vulnerabilità, da parte di intermediari noti come caporali, che agiscono come ponte tra le aziende agricole e i lavoratori. I caporali assumono i lavoratori in modo non regolare, imponendo loro condizioni di lavoro disumane, con ritmi di lavoro estenuanti, retribuzioni irrisorie, mancanza di tutele e alloggiati in condizioni precarie. I lavoratori sono costretti a lavorare in nero, senza alcun contratto e senza alcuna tutela.
Arrestato imprenditore agricolo a Belpasso per caporalato
Questa pratica rappresenta una grave violazione dei diritti umani e delle norme del lavoro, con ripercussioni sociali ed economiche significative. In particolare, i lavoratori migranti sono esposti a questo fenomeno, vivendo in condizioni di estrema precarietà. Per contrastare il caporalato, sono state adottate diverse iniziative legislative ma il fenomeno continua ad essere diffuso e richiede un costante impegno da parte delle istituzioni, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni per i diritti umani per sconfiggerlo definitivamente.
Fonte foto “Pixabay”