Pillola Molnupiravir anche in Italia: usi ed efficacia del farmaco anti-Covid

Pillola Molnupiravir anche in Italia: usi ed efficacia del farmaco anti-Covid

ITALIA – Distribuita direttamente nelle Regioni, la pillola anti-Covid Molnupiravir non è un’alternativa al vaccino. La pillola antivirale che cura il Coronavirus prodotta dal colosso farmaceutico americano Merck Sharp & Dohme e distribuita con il nome commerciale di “Lagevrio”, è arrivata in Italia e rappresenta un grande passo in avanti nella gestione della malattia.

Approvato dalla Commissione tecnico-scientifica dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) lo scorso 22 dicembre, il Molnupiravir sarà prescritto e utilizzato attraverso un registro di monitoraggio accessibile online sul sito della stessa Aifa.

Il farmaco agisce sul corpo, producendo alterazioni del materiale genetico del virus durante la replicazione, al punto da renderlo incapace di moltiplicarsi. La pillola non interviene sulla proteina spike del Covid e questo costituirebbe una sua garanzia di efficacia a prescindere dalle varianti presenti e future.

L’antivirale prodotto da Merck deve essere assunto per via orale in caso di positività al Covid entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi.
Il trattamento ha una durata di 5 giorni e consiste nell’assunzione di 4 capsule (800 mg totali) due volte al giorno. Ha il compito di prevenire i ricoveri ospedalieri, ma non è raccomandato durante la gravidanza, mentre, in caso di allattamento al seno, questo deve essere interrotto durante il trattamento e per 4 giorni dopo il trattamento.

Inizialmente la pillola verrà distribuita in piccoli quantitativi che arriveranno solamente nei principali ospedali. L’utilizzo sarà ristretto a casi molto limitati anche perché restano dubbi sulla reale efficacia, tanto che l’Fda statunitense ne ha ritardato l’approvazione: dai primi studi l’efficacia sembrava essere del 50%, ma nuovi studi parlano di una discesa al 30%.

Come detto prima, il Molnupiravir non è un’opzione al vaccino sia per la sua bassa efficacia, sia perché, come gli altri farmaci, ha una durata d’azione limitata: la concentrazione dei principi attivi si abbassa e, dopo circa due giorni, viene smaltito dall’organismo. Il vaccino agisce sul sistema immunitario, lo istruisce rendendolo capace di combattere il virus per vari mesi.

Nel caso di persone che non possono fare il vaccino perché immunodepresse, invece, il farmaco può rappresentare una soluzione temporanea per non correre il rischio di aggravarsi con il Covid.

Foto di repertorio