Italia, oggi arriva il vaccino Johnson&Johnson solo per “over 60”. Rischio raro di trombosi

Italia, oggi arriva il vaccino Johnson&Johnson solo per “over 60”. Rischio raro di trombosi

ITALIA – Si amplia la campagna vaccinale anti-Covid in Italia che, a partire da oggi, vede l’arrivo del nuovo vaccino Johnson&Johnson. Sono attese per questo 21 aprile ben 184mila dosi che verranno intanto consegnate all’hub di Pratica di Mare per poi essere smistate nei vari centri del territorio nazionale.

Il parere dell’Ema

Questo è quanto accade dopo il via libera da parte dell’Ema (Agenzia europea del farmaco) che ha evidenziato possibili legami con casi “molto rari” di trombosi.

Tuttavia la stessa ha rassicurato affermando che i benefici superano i rischi, la combinazione data da coaguli di sangue e livelli di piastrine basse si verificherebbe soltanto in rari casi. In ogni caso il Prac (comitato per la sicurezza) dell’Ema avrebbe consigliato di aggiungere tali eventi in una lista di “effetti collaterali molto rari del vaccino.”

Ema precisa: “Tutti i casi si sono verificati in persone di età inferiore a 60 anni entro 3 settimane dalla vaccinazione, e la maggioranza nelle donne. Sulla base delle prove attualmente disponibili, fattori di rischio specifici non sono stati confermati”. Nei casi presi in esame è stata rilevata una somiglianza con quelli del vaccino Vaxzevria (AstraZeneca).

Per la revisione del vaccino Ema ha considerato “otto casi gravi di coaguli di sangue insoliti associati a bassi livelli di piastrine, uno dei quali ha avuto esito fatale, negli Usa. Al 13 aprile, oltre 7 milioni di persone hanno ricevuto il vaccino Janssen negli Stati Uniti”. Gli approfondimenti dell’Agenzia proseguiranno.

La situazione in Italia

Dopo aver fatto il punto della situazione sul vaccino J&J, in Italia arrivano oggi le prime dosi. A tal proposito l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha raccomandato il vaccino in questione in via preferenziale agli over60, cioè a coloro che hanno più di 60 anni. Una scelta del Ministero della Salute e dell’Aifa, mentre Ema non aveva posto limiti di età facendo soltanto riferimento alla frequenza dei casi trombotici, verificatisi generalmente in persone al di sotto dei 60 anni.

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