Green Pass Italia, le caratteristiche. Cambiano le regole dei viaggi verso l’Italia: ecco per quanto tempo vale

Green Pass Italia, le caratteristiche. Cambiano le regole dei viaggi verso l’Italia: ecco per quanto tempo vale

ITALIA – Il Premier Draghi l’aveva detto: “Dal 15 maggio sarà possibile muoversi anche nelle aree inserite in zona arancione e zona rossa. Prenotate le vostre vacanze in Italia, non vediamo l’ora di accogliervi di nuovo “. Il tutto frutto del cosiddetto Green Pass nazionale che, in attesa del Green Pass europeo il cui debutto ufficiale è previsto, invece, a partire dal prossimo 15 giugno, permetterà agli italiani con specifici prerequisiti di potersi muovere liberamente in tutta la penisola, a prescindere dal colore di ogni regione. Intanto sono cambiate le linee guida per i viaggi verso l’Italia.

Per chi proviene dai paesi dell’Unione Europea e dell’area Schengen, oltre che dalla Gran Bretagna e da Israele, infatti, non è più prevista la quarantena. Per entrare nel nostro Paese bisognerà avere un test molecolare o antigenico negativo effettuato nelle 48 ore precedenti. Chi non presenta l’esito del tampone dovrà effettuare una quarantena di 10 giorni e un tampone al termine dell’isolamento. È invece vietato l’ingresso per chi proviene dal Brasile, India, Bangladesh e Sri Lanka. Ma in cosa consiste il Green Pass nazionale?

Green Pass Italia: regole generali

Il Green Pass in Italia sarà formulato sul modello di quello europeo (attualmente in fase di sperimentazione). Da premettere che ogni paese sta iniziano a offrire la versione nazionale del passaporto vaccinale. Con il Green Pass italiano è possibile spostarsi sul territorio nazionale, anche nelle zone arancioni e rosse, oppure viaggiare all’estero nei Paesi che riconoscono il pass nazionale. Il “passaporto Covid” avrà una durata di 6 mesi per chi è guarito dal virus o è stato vaccinato con seconda dose, mentre di 48 ore dalla data del test per chi ha effettuato il test rapido o molecolare. Ovviamente ciò non vuol dire non seguire alcuna norma.

Con il Green Pass gli italiani potranno spostarsi liberamente all’interno del territorio nazionale (nonostante la proroga dello stato d’emergenza fino al 31 luglio 2021), ma dovranno comunque rispettare le normative vigenti quali l’obbligo di indossare la mascherina e il rispetto del distanziamento sociale e del divieto di assembramenti. Inizialmente verrà proposto in formato cartaceo per accelerare i tempi, ma in seguito si allineerà a quello europeo in formato digitale.

Green Pass Italia: modalità per categorie

Il pass vaccinale nazionale si può richiedere in diverse modalità a seconda del tipo di certificazione, con differenti modalità per le varie categorie.

Pass per i vaccinati con seconda dose

I vaccinati con seconda dose in Italia possono chiedere il pass verde al termine del processo di immunizzazione. Da precisare che le informazioni riguardanti il paziente vaccinato in maniera completa saranno inserite automaticamente nel fascicolo sanitario elettronico, uno strumento digitale gestito dalle Regioni. Per chi vuole il certificato di attestazione di avvenuta vaccinazione può richiederlo alla struttura sanitaria che ha somministrato il vaccino. Nel certificato deve essere specificato il tipo di vaccino utilizzato, il nome e il cognome del vaccinato, la data dell’ultima somministrazione, il Paese in cui è stata fatta la vaccinazione e le informazioni sulla struttura nella quale è stato effettuato il vaccino.

Pass per guariti dal Covid

Per questa categoria di persone, c’è da premettere che secondo le autorità sanitarie una persona viene considerata non a rischio per i sei mesi successivi alla guarigione dal Covid. Se l’ex contagiato non ha avuto fortunatamente bisogno di cure ospedaliere, potrà richiedere il certificato al proprio medico di famiglia. In caso contrario bisognerà richiederlo nella struttura ospedaliera in cui è avvenuto l’eventuale ricovero.

Da segnalare che il certificato decade nel caso in cui il guarito risulti nuovamente positivo nel corso dei sei mesi successivi alla guarigione. All’interno del pass per guariti dovranno essere contenute le seguenti informazioni: nome e cognome del paziente, lo Stato europeo di residenza o quello in cui è stata rilevata la guarigione, la data in cui è stata individuata la positività al virus, il tipo di test utilizzato e ovviamente il risultato negativo del tampone con il quale si dimostra che il paziente ha sconfitto il Covid.

Pass per test negativo

La terza opzione richiede di effettuare un test molecolare o antigenico rapido con esito negativo. Non sono ammessi i test sierologici. La durata di questo particolare green pass è di 48 ore. Il rilascio avviene da parte della struttura che effettua il test, con la possibilità di rivolgersi sia a quelle pubbliche sia a quelle private. Nel caso di viaggi all’estero è necessario che il certificato sia compilato in inglese. All’interno del foglio devono essere riportati: i dati anagrafici del paziente, il tipo di test realizzato e l’azienda che lo ha prodotto, oltre alla data e l’ora in cui è stato effettuato il test.

Polemiche sul Green Pass: “Un anno per i vaccinati”

Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova, in un post su Facebook ha polemizzato contro la validità di 6 mesi per le persone che richiedono il Green Pass dopo avere ricevuto la seconda dose e avere completato il processo di immunizzazione. La sua proposta è quella di aumentare a un anno il periodo in cui è possibile usufruire del certificato verde. “Ci vuole un po’ più di coraggio e di iniziativa per dare segnali di ritorno alla normalità in sicurezza“, ha scritto l’infettivologo. “Quali studi dimostrano con certezza che la protezione da vaccino dura solo 6 mesi? La burocrazia italiana e la poca reattività di alcune istituzioni – conclude – rischiano di uccidere la ripartenza“.

Polemiche a parte, il Green Pass sembra davvero il punto focale per il ritorno alla modalità. Primi sprazzi di libertà, ovviamente non totale dato che per spostarsi bisogna rispettare comunque certi requisiti. Una misura che può aiutare un settore in difficoltà come quello del turismo e che mira, casi straordinari a parte, a farci trascorrere un’estate più serena anche della scorsa.

Fonte immagine SkitterPhoto – Pixabay