Come sarà Natale ai tempi del Coronavirus? Solo tra poco più di un mese avremo la risposta effettiva, ma in attesa del tanto discusso nuovo Dpcm (che dovrebbe entrare in vigore dopo il 3 dicembre) e delle nuove restrizioni sono tante le ipotesi in gioco.
Di Natale ha discusso anche Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, nel corso dell’ultima riunione per il monitoraggio settimanale dei dati e dell’evoluzione del quadro epidemiologico legato all’emergenza Covid-19 (clicca qui per visualizzare il video).
“È chiaro che Natale per tutti noi è la festa e il momento in cui abbiamo il maggiore piacere di incontrarci con i nostri affetti e socializzare. Quest’anno, purtroppo, abbiamo una situazione diversa, che non possiamo certamente pensare avrà delle eccezioni legate a quel periodo, perché altrimenti si vanificheranno tutti gli sforzi e i sacrifici fatti. Dovrà essere un Natale responsabile, sarà un diverso Natale rispetto agli altri”, dichiara Locatelli in risposta alle domande dei giornalisti presenti in aula.
I dati non sono scoraggianti, considerando una lieve riduzione della curva di trasmissibilità del Coronavirus registrata nel periodo 2-15 novembre (l’incidenza per le singole Regioni, presentata con una mappa dal professore Brusaferro, è visualizzabile nell’immagine in basso), ma sembra che questo primo risultato non verrà assolutamente sottovalutato e non comporterà una riduzione della vigilanza sanitaria durante il periodo delle Feste natalizie.
Lo conferma il commento del professore Locatelli, che dichiara: “È evidente che si inizia a osservare un’iniziale ma chiara decelerazione della trasmissibilità, che trova conferma nei dati di questa settimana. Il tutto dimostra come la strategia di diversificazione delle misure abbia avuto una sua efficacia. Io sono sempre propenso a mantenere nervi saldi e lucidità nell’analisi e dico chiaramente che questi indicatori di miglioramento e di decelerazione della curva di trasmissibilità devono essere un incentivo a essere ancora più stringenti e rigorosi. Quanto si sta ottenendo deve trovare conferma in una strategia che andrà avanti ancora nei prossimi giorni, finché non scenderemo in maniera sostenuta nel tempo nell’indice di contagiosità”.
Si apre uno spiraglio, quindi, ma non è di certo un invito ad allentare le misure: “L’estate scorsa si è fatto l’errore di pensare che fosse tutto alle spalle. Evitiamo di ripeterlo”.
Negli scorsi giorni, la necessità di mantenere una linea rigorosa contro il Covid anche in periodo natalizio è stata ribadita dal premier Conte, che ha parlato di un Natale “sobrio, senza veglioni, baci e abbracci”. Tuttavia, al momento non sarebbe esclusa la possibilità di nuove misure, anche a livello provinciale, per quanto riguarda aperture dei negozi e libertà di movimento per incentivare l’attività economica in periodo natalizio. Quali aree potranno permettersi questo cambiamento in positivo, però, sarà noto solo nelle prossime settimane: particolarmente decisivi saranno i dati settimanali del prossimo 27 novembre, che potrebbero determinare ulteriori cambi di “colore” per le Regioni italiane.
Il dibattito è aperto, così come la polemica. Tra chi sostiene la necessità di salvare almeno il periodo natalizio dalla crisi economica che non abbandona il Paese dall’inizio del primo lockdown e chi invece ritiene fuori luogo parlare di possibile allentamento delle misure, la politica sembra essere in procinto di trasformarsi in un “campo di battaglia”.
Nel dibattito si è inserito anche Giuseppe Provenzano, ministro per il Sud e per la Coesione Territoriale, che in un post su Facebook ha commentato: “Con quello che sta accadendo in Calabria, su cui non possiamo compiere ulteriori passi falsi e bisogna ascoltare i sindaci e coinvolgere le energie migliori di quella terra (e ce ne sono); con il difficile passaggio parlamentare della Legge di Bilancio, che può sempre essere migliorata ma che offre strumenti straordinari per lo sviluppo e l’equità (insieme al Recovery e ai fondi strutturali); con i morti e i contagi ancora alti, i turni massacranti di medici e infermieri negli ospedali, la complessa gestione delle scuole, i sacrifici di imprenditori, lavoratori e cittadini per le necessarie restrizioni… Ecco, con tutto quello che la pandemia sta determinando, mettersi a discutere del cenone di Natale – non solo sui media, ma anche dalle parti del Governo – è non solo prematuro ma, diciamo così, quantomeno inopportuno“.
Un commento che sostiene la necessità di focalizzare l’attenzione su quanto è davvero importante: debellare la pandemia con il massimo della responsabilità, anche a costo di rinunce sofferte.
Fonte immagine di copertina: Ministero della Salute