Si celebra oggi la Giornata Mondiale dell’Elefante. Significato storico e curiosità del simbolo di Catania

Si celebra oggi la Giornata Mondiale dell’Elefante. Significato storico e curiosità del simbolo di Catania

ITALIA – Oggi, 12 agosto 2024, si celebra la dodicesima edizione della Giornata Mondiale dell’Elefante, istituita in Thailandia nel 2012 dalla canadese Patricia Sims e dall’Elephant Reintroduction Foundation, per evidenziare, a tratti anche “denunciare” la situazione in cui purtroppo “versano” questi mammiferi dell’Asia e dell’Africa e per difendere tali animali, simbolo per antonomasia dell’unione di forza, potenza e fermezza, dovuti a stazza e prestanza fisica, insieme a saggezza, mansuetudine e intelligenza, che li contraddistinguono “caratterialmente”.

Le tre specie diverse

Sostanzialmente, la famiglia dei mammiferi proboscidati, conosciuta comunemente come quella degli “elefanti”, comprende tre specie viventi diverse, due della tipologia africana, ovvero uno della savana e l’altro della foresta, e il terzo invece appartenente al “gruppo” asiatico.

Entrambe le specie africane, in base alla lista rossa dell’UICN, cioè l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, sono a rischio estinzione. Questa tesi viene dimostrata e avvalorata dai numeri, infatti nel secolo scorso, in tutto il continente africano erano presenti circa dodici milioni di elefanti della savana. Adesso invece, gli esemplari rimasti sono “soltanto” poco più di 400.000. Dinamica analoga, ma con un calo ancora più drastico e maggiori pericoli e criticità, quella dell’elefante della foresta, in cui si è passati da 270.000 esemplari, a meno di 75.000. Lo stesso vale per l’elefante asiatico, addirittura secondo recenti stime, nella parte del Sudest Asiatico e in Cina, ne rimarrebbe solo un numero compreso tra 8.000 e 11.000.

Le principali caratteristiche

Più o meno le caratteristiche a livello di conformazione sono uguali per tutti, cioè grandi dimensioni, occhi abbastanza piccoli, ampie orecchie mobili, zanne in avorio e lunga proboscide. Sono animali erbivori, pertanto si nutrono principalmente di grandi quantità di fogliame di alberi.

Solitamente vivono all’incirca settant’anni, ma l’esemplare più longevo di cui si hanno notizie, è arrivato fino a 82 anni.
Hanno sia l’udito che l’olfatto molto sviluppati, contrariamente alla vista che è parecchio ridotta.

Ma proverbialmente il loro “punto forte” è la memoria, eccellente e a lungo termine, avendo tra l’altro un ippocampo notevole, da qui deriva il detto “avere una memoria da elefante”, infatti è stato dimostrato attraverso alcuni studi, che riescono a ricordarsi di una persona o di un determinato avvenimento anche a distanza di decenni.

La loro gestazione dura quasi due anni, per l’esattezza ventuno mesi, e alla nascita del piccolo, quest’ultimo di norma raggiunge un peso di circa 120 chili.

Le minacce

Sfortunatamente però, e fin troppo spesso, questi animali sono soggetti a minacce da parte dell’uomo, come il bracconaggio, che sta influenzando talmente tanto la loro evoluzione, che numerosi esemplari stanno perdendo le zanne o nascendo direttamente senza.

Una delle cause principali che sta “contribuendo” alla scomparsa degli elefanti, è il commercio illegale di avorio, ma anche di altre parti del corpo, come le ossa. Infatti, molte volte vengono circondati e uccisi, per essere privati di un bene considerato prezioso, ovvero le loro zanne, poi successivamente vendute al mercato nero.
In più, ormai quasi regolarmente, li vediamo inseriti all’interno dei circhi, e in alcune culture, vengono sfruttati dai proprietari, per portare in giro nelle escursioni turisti e visitatori sul proprio dorso, che con il passare del tempo, subisce deformazioni scaturite dallo sforzo estenuante del carico trasportato. Sempre più di frequente, anche il fattore di grave siccità, e in generale il cambiamento climatico in sé, stanno incidendo nell’accentuare la conflittualità tra essere umano ed elefante, poiché quest’ultimi, ritrovandosi costretti ad andare alla ricerca di cibo e acqua, si spingono verso villaggi e centri abitati, rischiando dunque l’aggressione da parte degli individui.

Gli interventi del WWF

Per contrastare queste condizioni, il WWF nel corso degli anni ha lanciato diversi progetti, tra cui “Una Foresta per gli Elefanti“, che serve ad implementare studi e monitoraggi avanzati per migliorare la convivenza tra gli elefanti e le comunità locali, e “L’Alleanza per gli Elefanti Asiatici“, volto a promuovere iniziative finalizzate alla protezione degli elefanti e al ripristino e alla conservazione dei loro habitat naturali, in modo da garantire a questa specie un futuro migliore e affinché animali e persone possano convivere nello stesso ambiente, ma in maniera sostenibile e sicura.

La Giornata Mondiale dell’Elefante

Questa giornata si celebra da dodici anni, per cercare di tutelare e salvaguardare il mammifero più grande attualmente esistente sulla Terra, e l’ideatrice prima menzionata, che ha lanciato anche la World Elephant Society, tuttora continua a coordinare lo svolgimento delle varie iniziative dedicate al 12 agosto, e inoltre collabora con oltre cento organizzazioni per la conservazione degli elefanti in tutto il mondo, coinvolgendo parecchi volontari, con l’obiettivo comune di proteggere un animale così importante per il nostro Pianeta.

Significato nella religione

In alcune religioni, come quella induista e buddista, raffigurerebbe Dio. In base ad un’antica credenza, sarebbe portatore di buon auspicio.

La propria mole viene ricondotta alla saggezza, costruita nel corso del tempo, e nonostante abbia un’esponenziale forza fisica, e in grado di saperla dosare nella maniera corretta, in modo da non nuocere al prossimo o provocare danni. Inoltre, in generale rappresenta prosperità, protezione e senso sacro della vita e della morte.

“U liotru”, il simbolo della città di Catania

Nello specifico, a Catania viene associato all’elefante un significato particolare. Infatti, secondo la leggenda, quest’animale avrebbe protetto la città dall’eruzione del Vulcano Etna. La statua dell’elefante, scolpita in roccia lavica, viene ricondotta molto probabilmente ad origini cartaginesi. Venne inserita internamente ad una fontana dall’architetto Giovanni Vaccarini, durante la prima metà del XVIII Secolo.

È stato uno dei punti principali della ricostruzione della città, a seguito del devastante terremoto che l’ha colpita nel 1693, che distrusse parzialmente l’opera, in precedenza collocata sotto l’Arco di Liodoro.

Tra miti e leggende

Ma tra tutti gli animali, perché la scelta è ricaduta proprio sull’elefante? Poiché a quanto pare in città, durante il periodo della dominazione cartaginese, si trovavano molti elefanti nani, e uno di questi avrebbe allontanato gli animali feroci e pericolosi. Pertanto la popolazione, essendo riconoscente all’elefantino, fece costruire una scultura in suo onore.

Nel linguaggio dialettale viene chiamato “u liotru“, legato al nome di Eliodoro, erudito uomo del XII Secolo, che sotto ordini dell’allora vescovo di Catania, fu bruciato vivo nel 778, per aver rinunciato alla fede cristiana e non essere pertanto riuscito a diventare egli stesso vescovo, “disturbando” celebrazioni e funzioni sacre con vari riti di magia. Tra l’altro, si dice tormentasse i catanesi con le sue stregonerie.

Un’altra leggenda invece narra che venne utilizzato da Eliodoro per compiere le sue magiche/eroiche imprese. Inoltre, in base ad un aneddoto tradizionale, sarebbe stato proprio il mago Eliodoro a costruire la statua dell’elefante, che solo lui riusciva ad animare, per cavalcarlo durante la notte e difendere la città, tenendola al sicuro.

Insomma, qualunque sia la versione che si avvicina maggiormente alla verità o semplicemente quella che si preferisce raccontare, l’elefante per la città di Catania è da sempre considerato un simbolo, soprattutto di protezione, imprescindibile dalla visita in Piazza Duomo, per coloro che si recano a Catania per la prima volta, di passaggio e ogni tanto anche per gli abitanti stessi.