Interviene Emilio Lo Savio, il padre di Raffa Dj Biker

Interviene Emilio Lo Savio, il padre di Raffa Dj Biker

CATANIA – “Non credo assolutamente che le due vicende possano essere paragonate. L’amministrazione Bianco per la riparazione di una bicicletta spenderà si e no 150 euro. Ma se questi stessi soldi li dava alla vedova La Fata che avrebbe risolto?”. 

Ci ha raggiunto in redazione la telefonata di Emilio Lo Savio, padre di Raffa dj Biker, il ventiquattrenne catanese che domenica sera è stato aggredito al lungomare durante la manifestazione autorizzata dei commercianti della zona. Lo Savio, con grande garbo e signorilità, ha voluto esprimere il suo punto di vista sul nostro articolo che noi vi riportiamo per intero.

Emilio Lo Savio

Emilio Lo Savio

“Mio figlio mi ha chiamato in lacrime dopo aver letto il vostro articolo. Ieri sera è stato fino a tardi alla Digos per i riconoscimenti e ora è tutto in mano alla squadra mobile di Catania coordinata dal dirigente Salvago. Ma allora se domenica parteciperemo alla pedalata al porto dovremo sentirci in colpa perché uno si è suicidato?”.

Ci sembra abbastanza chiaro che il senso e l’obiettivo dell’articolo non era quello di generare sensi di colpa. Noi non siamo contro i ciclisti che riteniamo rappresentino un simbolo di grande civiltà per la città e che qualora dovessero mettere in atto una seria battaglia per l’ottenimento di piste ciclabili ci vedranno sempre al loro fianco, bensì volevamo riflettere sulla valutazione di sensibilità messa in atto dall’amministrazione comunale che di fronte ai due episodi ha reagito in maniera ben diversa.

Condannando in modo categorico il gesto di violenza subito da Raffaele Lo Savio, non si può non capire l’indignazione della moglie di Salvatore La Fata, l’ambulante che è morto dopo che si è dato fuoco in piazza Risorgimento, quando i vigili urbani gli stavano sequestrando le tre cassette di frutta e verdura che stava vendendo con una bancarella abusiva per portare qualche soldo a casa.

Per capire in modo chiaro cosa vogliamo dire: la vedova, dopo averne contattato la segreteria per chiedere di essere ricevuta, sta ancora aspettando la telefonata dell’assessore Agata Mazzola che invece è stata celere a rispondere alle dichiarazioni di Antonio Strano, direttore generale di Confcommercio Catania sulla moria di aziende in città.

Converranno il civile papà di Raffa ed i catanesi tutti che i due episodi sono stati trattati in modo differente. Probabilmente perché, pensiamo noi, i ciclisti portano numerosi voti, mentre di una vedova si può anche fare a meno di rispettare attese, dignità e sensibilità.

“Ci sono stati tanti suicidi a Catania. Se l’amministrazione dovesse mettersi dietro ogni singolo caso non se ne uscirebbe piùafferma Emilio Lo SavioIo ho massimo rispetto per la morte del signor La Fata, ma poteva recarsi alla camera di commercio e chiedere un’autorizzazione per la vendita. L’amministrazione forse non è andata al funerale dell’ambulante per non esasperare gli animi”. 

Al funerale, come ci ha dichiarato la signora Alfia, è andata l’assessore Mazzola, pregandola di contattarla, cosa che la vedova ha fatto, come dicevamo sopra, senza alcuna risposta, ad oggi. Conveniamo con il signor Lo Savio che gli stessi 150 euro offerti alla signora Alfia non le avrebbero cambiato la vita, ma è anche vero che dall’amministrazione Bianco poteva venire un gesto qualsiasi di grande sensibilità nei confronti di una famiglia distrutta dal dolore.

E mentre noi ci fermiamo ad analizzare una situazione che a tratti è paradossale, sono già state notificate tre denunce ai paninari per danneggiamento e lesioni personali. Sottolineiamo, inoltre, la non facile opera dei vigili urbani che si sono trovati nella baraonda tentando di fare da pacieri fra i due schieramenti

Andrea Sessa

Giorgia Mosca