A Piazza Armerina il museo della Civiltà mineraria

PIAZZA ARMERINA – A pochi metri di distanza dalla Casa museo del contadino, nella stessa via Garibaldi, ubicato in due ambienti molto accoglienti si trova il museo della Civiltà mineraria; all’interno il profumo di una storia fatta di sofferenza, orgoglio, sfruttamento, sangue…

foto museo civiltà mineraria

Accanto alle immagini fotografiche, donate dall’Ente Parco Floristella-Grottacalda, di operai e bambini costretti ad operare in condizioni disumane c’è la bellezza espositiva di cristalli provenienti dalla miniera di Floristella, territorio di Piazza Armerina, e da esemplari di altre miniere di Sicilia, Sud Africa, Brasile, Marocco, India…

lega zolfatai

Il Museo minerario è sito nella sede dell’antica Lega Zolfatai fondata nel 1903.
I zolfatai acquistarono la sede nel 1915 grazie ad un prestito del farmacista Ignazio Salemi.
Le miniere di zolfo esistevano in tre Province: Enna – Caltanissetta – Agrigento.

minerali civiltà mineraria

Il museo attuale è stato fondato, e inaugurato l’11 agosto 2008 dal presidente protempore Mario La Mattina e dal vicepresidente Francesco Lo Monaco, due ex minatori con esperienza trentennale nella miniera Floristella.

Nel 2008 il museo potè aprire i battenti grazie all’interessamento del sindaco Maurizio Prestifilippo e della giunta comunale. Il successivo sindaco, Carmelo Nigrelli, ha continuato a supportare l’attività museale.

Ambedue i musei attualmente vengono visitati da visitatori italiani e stranieri.

Dati informativi:

Museo della Civiltà Mineraria
Lega Zolfatai mostra permanente
Via Garibaldi, 27/29
94015 Piazza Armerina (EN)

Visita Museo: Tutti i giorni anche la domenica
Orario: dalle 16:00 alle 20:00
Numero telefonico: 3883466180

Eccezionalmente, per visite programmate, i volontari si prestano ad aprire il museo anche di mattina.

Alle sofferenze di vecchi e giovanissimi zolfatai è dedicata la poesia di Rosa Muscarà:

Vite spezzate…

Gli occhi, dal buio,

consumati e spenti

come lucerna esaurisce

il suo olio.

L’udito limitato



dall’intronar di colpi

con rabbia sferrati

pari ad animali feriti.

I denti serrati,

le labbra dischiuse

a tratti un monosillabo

dal lungo silenzio forzato.

La pelle pigmentata

col sudore, guaiti e rosso dolore

si forgiava e si nutriva

sempre più martoriata.

Le membra irrigidite

di terrore vestite

la vita piegata

al mero destino segnato.

di Vittorio Malfa Amarante e Rosa Muscarà