Dal “triumvirato” della Serie A alla polvere dei dilettanti, quanti rimpianti per il Palermo e la Sicilia del calcio crollato

Dal “triumvirato” della Serie A alla polvere dei dilettanti, quanti rimpianti per il Palermo e la Sicilia del calcio crollato

PALERMO – Chissà in quanti, 13 anni fa, avrebbero mai immaginato di vedere un giorno i club di Palermo e Messina concorrere entrambi nel campionato di Serie D, con l’altra “grande” siciliana del Catania industriarsi per tentare la fuga dai campi spelacchiati della Serie C.

È impossibile, siamo appena tornati in Serie A“, avrebbero certamente risposto i tifosi delle tre società, eccitati dall’allora recente salto in massima serie dopo decenni trascorsi a ingoiare polvere e bocconi amari nelle categorie inferiori.

Nel 2004 la Sicilia festeggiava la doppia promozione di rosanero e giallorossi al termine di uno dei campionati cadetti più avvincenti mai disputati, mentre due anni dopo era il Catania ad acciuffare l’agognato salto in Serie A, realizzando così un triumvirato storico sotto il punto di vista sportivo. Prima di allora, infatti, non si era mai verificata una contingenza del genere.

Un miracolo calcistico siciliano dal quale si discostò quasi subito la formazione peloritana, protagonista di una stagione disastrata culminata nella retrocessione all’ultimo posto in Serie B dopo essere stata ripescata dodici mesi prima a seguito delle vicende di “Calciopoli”.

Da quel momento in poi, per la società guidata da Pietro Franza si aprì un lungo calvario costituito dalla mancata iscrizione in Serie B, dalla spola tra dilettanti e Lega Pro e dai numerosi cambi di denominazione. Sembra quasi uno scherzo del destino, poi, la contemporanea presenza di due squadre messinesi nella stessa categoria, il rampante Città di Messina e l’ACR, quest’ultimo erede del “Messina Peloro”.

Dall’altro versante della Sicilia, in queste settimane, si è consumato il dramma dell’esclusione del Palermo dalla Serie B dopo due stagioni trascorse ad annusare il possibile ritorno in A. Sembrano soltanto ricordi ingialliti il Palermo dei cinque campioni del mondo, le partecipazioni in Coppa Uefa ed Europa League e le stelle nascenti lanciate sul green del Renzo Barbera.

Il presente parla di un titolo sportivo che attende di essere rilevato per iniziare la nuova stagione in uno dei gironi della Serie D. I rosanero potrebbero essere presto inseriti in soprannumero in uno dei raggruppamenti meridionali. Con molta probabilità il club siciliano verrà collocato nel Girone I dove coabitano proprio le due squadre di Messina e altre società corregionali come Acireale, Licata e Marsala, ma non vanno comunque sottovalutate altre soluzioni logistiche.

Ancora da valutare, poi, le possibilità di iscrizione del Siracusa che resta ancora alla ricerca di un progetto da attuare nella quarta categoria italiana dopo il recente addio alla Serie C. In questo scenario, l’unico club regionale in grado di affacciarsi nell’anticamera del calcio che conta è il Trapani neopromosso in Serie B, che sul finire della scorsa stagione ha estromesso i “cugini” del Catania dalla corsa alla cadetteria. E pensare che appene nove stagioni addietro i granata disputavano il loro ultimo campionato di Serie D. Paradossi di un calcio capovolto.