Al Catania non riesce l’impresa. La vittoria non basta. Arrivederci A2

Al Catania non riesce l’impresa. La vittoria non basta. Arrivederci A2

CATANIA – La gara della vita, la gara da non sbagliare, la gara per rimanere aggrappati al sogno e alla realtà serie A2. Palanitta il teatro, la casa etnea, Catanzaro l’avversario che si gioca lo stesso ossigeno vitale. Il classico mors tua vita mea, il dentro o fuori con un’aggravante per il Catania essere vincenti e perfetti con cinque gol di scarto. Un argine di cinque reti fondamentale per scavalcare i calabri in classifica ed acciuffare il treno play out.

Partenza veemente dei rossazzurri che pressavano subito alto gli avversari e costringevano Levato agli straordinari con Dalcin prima e Manzali dopo. Primi due minuti a ritmo altissimo con il Catanzaro pericoloso solo in ripartenza con Chino che trovava muro Marcio Dalcin. Tattica di Robson subito chiara fin dal minuto quattro con Joao a sfruttare l’uomo in più col portiere di movimento. Al minuto sette Dalcin faceva tutto bene rubando palla ma sulla traiettoria trovava ancora Levato, mentre un minuto più tardi Manzali da ottima posizione era troppo morbido sul tocco. Ma era solo il preludio al gol con Manzali che sfruttava da ottima posizione il piazzato bucando Levato. Nemmeno il tempo di gioire che Chino freddava il Palanitta, grande giocata e pallone all’angolino basso, 1-1. Tutto da rifare ma il Catania era sul pezzo ed un minuto più tardi ancora Manzali trovava lo spazio giusto per la doppietta personale e il nuovo vantaggio per gli etnei. Le ripartenze del Catanzaro però erano letali ed ancora Chino implacabile sfruttava l’angolo giusto per il 2-2. Il Catania accusava il colpo ma veniva su a due dal termine grazie alla combinazione Dalcin-Marletta con il diagonale dell’under 21 che consegnava il 3-2.

Catania C5 (2)

 

Tutta di un fiato la ripresa alla ricerca dello scarto massimo e della salvezza. Partiva con la stessa grinta il Catania con Manzali che si divorava il più due e Dalcin trovava la respinta del difensore sul più bello. Il tempo scorreva veloce, troppo, con il Catanzaro abile a difendersi e ripartire. Al minuto dieci ancora risultato imballato, ma il Catania mostrava cuore e fiato ma soprattutto la zampata di Dalcin che bucava la porta calabrese. Dieci secondi più tardi Manzali aveva sul piede il 5-2 ma sciupava. Manzali però riaccendeva la fiamma in contropiede battendo di precisione il portiere ospite. Adesso solo due reti con cinque minuti ancora da giocare: gli etnei mettevano tutto nonostante l’assenza di Marco Marletta fermato dai crampi. Il muro del Catanzaro reggeva e soprattutto ancora con Chino bucava per il 5-3. Così, attimo dopo attimo le speranze etnee si affievolivano, soprattutto quando l’arbitro non vedeva un tocco di mano e conseguente rigore per Catania. La beffa arrivava con il gol di Iozzino che chiudeva ogni speranza. I secondi finali purtroppo sono quelli più brutti che ti tolgono la speranza, e ti consegnano nonostante cuore, applicazione, voglia e tanto altro una retrocessione amara soprattutto per quanto mostrato dalla squadra nell’ultimo periodo, forse troppo tardi. Arrivederci A2.