CATANIA – Si è presentato da solo in conferenza stampa a Torre del Grifo l’avvocato Giovanni Ferraù, presidente di Sigi proprietaria del Calcio Catania, per parlare dell’appello rivolto alla tifoseria rossazzurra per riuscire a raccogliere la somma economica necessaria per iscrivere la squadra alla prossima stagione. “Gli altri sono al lavoro“, ha assicurato Ferraù, per garantire la sopravvivenza del club e trovare altri investitori in grado di sostenere la causa etnea.
Al momento mancano ancora 800mila euro per garantire il mantenimento del Calcio Catania nella categoria, ma la risposta da parte della piazza, al momento, è stata molto fredda e i tempi sono estremamente ridotti. “Circa 78-82 sostenitori hanno già sottoscritto un bonifico, il garante è la Sigi“, ha commentato l’avvocato. “Contiamo nel tessuto sociale catanese affinché comprenda che investire nel Calcio Catania significa contribuire al rilancio di Catania. Significa salvaguardare un patrimonio della città che altrimenti verrebbe meno“.
Il presidente di Sigi si augura che “Catania risponda presente, questo è il momento dell’unità. Oggi è il giorno della compartecipazione, c’è il Catania da salvare. Ogni altro discorso è inutile almeno fino al 28 giugno, dopo troveremo i colpevoli e i responsabili“.
“Quando abbiamo preso il Catania non abbiamo promesso un investimento da 15 milioni di euro, nessuno ha detto che avremmo portato il Catania in Serie A o in Champions League. Volevamo salvare la matricola e passare il club a un investitore con passione con i 15 milioni di euro che servono e che Sigi non ha mai detto di avere“.
Nelle scorse ore, intanto, sono fallite due interlocuzioni. Pertanto, Ferraù ha invocato la massima partecipazione della piazza, al fine di invogliare i potenziali investitori a credere nel rilancio. “Se gli interlocutori vedono entusiasmo, probabilmente entrano. Se leggono la parola ‘fallimento’ aspettano il cadavere a bordo del fiume, chi parla di fallimento fa un danno enorme al Catania. Il 28 giugno parleremo di altro ma l’investitore deve vede una Catania che risponde presente“.
“Se tramutassimo offese e critiche in partecipazione, avremmo già risolto il problema. Dobbiamo fare tutto il possibile per iscrivere la squadra al campionato e lo stiamo facendo. Dal 28 giugno cercheremo investitori validi che possono mettere 15 milioni di euro. Li cercheremo in tutto il mondo perchè a Catania, forse anche in Sicilia, non c’è questa possibilità“.
Poi l’attacco a Joe Tacopina: “Chi doveva versare un milioni di euro ha versato 630mila euro ed è scappato via. Non voglio più perdere tempo per le cose inutili. La piazza deve capire che il sogno americano era un’illusione. Io l’ho capito in ritardo“.
“Se Catania dovesse rispondere assente ci sarà un rischio minimo di fallimento, ma noi lo vogliamo scongiurare. Oggi sono venute meno delle provviste importanti e la società è in difficoltà, ma l’ipotesi è residuale. Sigi ha messo fino a oggi 6 milioni. Dovrebbe vergognarsi chi non investe, non chi ha messo 6 milioni e garanzie personali. Evitiamo per otto giorni di parlare di cose antipatiche, alle porte ci sono investitori importanti. Sono convinto che Catania debba fare molto“.
“Contiamo fino al 25 giugno di mettere sul sito il numero delle persone che hanno il desiderio di contribuire. Desidero che ci sia una risposta importante nel numero e contiamo nei tifosi storici. Non abbiamo un tetto minimo o massimo, quello che raccoglieremo sarà una conferma ulteriore che Catania risponde presente“.
“Se mille persone dicono sì, l’imprenditore locale da 100mila euro risponderà di sì. I 12mila allo stadio Olimpico sono una vetrina per il mondo intero, dimostriamo che questi ci sono ancora“, ha sottolineato ancora il presidente di Sigi.
Fonte foto: Screenshot diretta Facebook Calcio Catania
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