CATANIA – Lodevole l’impegno lo scorso 8 giugno presso il Tribunale per i Minori di Catania da parte dei ragazzi dell’Istituto Comprensivo “Don A. La Mela” plesso Mazzini di Adrano, attori straordinari di un processo simulato “La tavernetta”, storia di finzione di un processo minorile incentrato sul tema del cyberbullismo e della violenza sulle donne.
È stato incredibile vedere l’impegno e la dedizione degli studenti che hanno interpretato con piena cognizione ruoli diversi, dagli avvocati ai giudici, fino ai testimoni e al pubblico ministero. Questa esperienza non solo ha arricchito la loro comprensione del sistema giudiziario, ma ha anche promosso valori importanti come la giustizia e il rispetto dell’altro.
Diverse le fasi del progetto coordinato dalla Dott.ssa Roberta Mallamaci. Un corso di formazione ha, infatti, preparato gli alunni sugli aspetti giuridici del processo per i minori, sottolineando come il processo minorile è molto diverso da quello che viene celebrato nei confronti degli adulti poiché, grazie alla sensibilità del Legislatore e della Corte Costituzionale, il fine principale è quello della rieducazione del minore che è entrato nel circuito penale. Tribunale per i minori dunque e non, erroneamente, dei minori. Fondamentale è dare la possibilità di ricominciare e favorire una evoluzione positiva della personalità del minore e consentire al ragazzo accusato di far emergere la parte migliore di sè, in un percorso di serio impegno nella scuola, nel lavoro, nel volontariato, nella riconciliazione con la persona offesa, nella elaborazione di eventuali disagi attraverso un sostegno psicologico.
Inoltre per partecipare al progetto, l’intero gruppo di studenti coinvolto e i docenti responsabili hanno ideato e realizzato un elaborato audiovisivo valido a favorire la diffusione dei temi trattati, che andrà a un concorso a premi e farà comunque parte dell’archivio dell’Associazione Ciak – formazione e legalità.
A conclusione dell’attività progettuale, si terrà una giornata finale dedicata ai ragazzi che hanno partecipato, rivolta alla diffusione dell’esperienza e alla premiazione dei vincitori dalla Commissione di valutazione.
L’intera attività educativa e didattica, voluta fortemente dalla Dirigente Professoressa Maria Tiziana Baratta e facente parte, a sua volta, del progetto “Viver legali” ha sottolineato come la scuola sia palestra di civiltà e veicolo potente di elaborazione di una somma di conoscenze che hanno come obiettivo la formazione completa di futuri cittadini, di educazione al senso di appartenenza del cittadino allo Stato, di sviluppo delle competenze sociali e civiche che permettono di partecipare all’organizzazione sociale, politica ed economica del proprio Paese con piena cognizione del proprio ruolo.