“Prevenzione sulla violenza di genere”: all’istituto “Italo Calvino” di Catania un incontro di riflessione

“Prevenzione sulla violenza di genere”: all’istituto “Italo Calvino” di Catania un incontro di riflessione

CATANIA – L’I.C.S. “Calvino” di Catania, guidato dal preside prof. Salvatore Impellizzeri, che ha sempre mostrato sensibilità e impegno per la cultura della parità di genere, ha organizzato un incontro di riflessione sulla “Prevenzione alla violenza di genere”. Ospiti del tavolo di confronto la prof.ssa Pina Arena, docente di Lettere che promuove attività di formazione per la parità di genere, la presidente di FNISM – Catania, la dott.ssa Vita Salvo, psicologa e coordinatrice del Centro Antiviolenza Thamaia, responsabile dell’area prevenzione, il dott. Concetto Sciuto, scrittore giornalista e Direttore di “Brevis”, rivista mensile di cultura e società edito da GAEditori, la prof.ssa Patrizia D’Amico, docente di Lettere dell’Istituto e collaboratrice della medesima rivista, il dott. Antonino La Piana, Editore di “Brevis”, importanti ospiti moderati dalla prof.ssa Lucia Ferrito docente di Lettere dell’Istituto che ha saputo coordinare egregiamente i diversi interventi.

Proprio il 5 dicembre, nel giorno in cui tutta l’Italia dava l’ultimo saluto a Giulia Cecchettin e al suo corpo, tristemente martoriato, la scuola “I. Calvino” di Catania si è ritrovata fra esperte ed esperti, genitori, docenti, personale della scuola, a tracciare un percorso, a riflettere, a sensibilizzare ad una formazione permanente, a capire come cambiare per creare una nuova società, dove la violenza alle donne non sia più sulla cronaca quotidiana e possa essere definitivamente eliminata. Un incontro certamente non potrà cambiare le sorti del mondo, ma sviscerando il problema, si può trovare insieme il modo per poter “rivoltare” la società, riconoscendo “le origini millenarie del patriarcato”, come ha indicato la prof.ssa Pina Arena.

Solo se saremo in grado di analizzare le origini del “patriarcato” di cui tutte e tutti siamo stati nutriti, riconoscendo i meccanismi del “potere”, del “dominio” e del “possesso” che sono molto diffusi nelle relazioni, anche e soprattutto fra giovanissimi e che sono alla base della violenza di genere, sapremo individuare un percorso da seguire. Inoltre, un “progetto politico di contrasto alla violenza alle donne”, come ha indicato la dott.ssa Vita Salvo, che cominci da quello che è il servizio dei Centri Antiviolenza, come assistenza, presidio e supporto a tutti i casi che decidono di segnalare, fino ad arrivare alle scuole, comunità educanti, dove è necessario lavorare sulle relazioni affettive e sugli stereotipi di genere in cui la discriminazione e la violenza sono spesso una conseguenza.

“I centri antiviolenza – ci segnala la dott.ssa Vita Salvo – sopravvivono spesso senza nessun finanziamento e tutti i servizi che svolgono sono gratuiti e da ciò si comprende che non al sono al centro dell’agenda politica del paese. E se di un problema culturale si tratta, l’intervento del direttore Concetto Sciuto ribadisce l’importanza di poter trattare queste tematiche, per incidere sul cambio culturale che vorremmo, scrivendo attraverso lo spazio di una rivista come “Brevis”, che offre la possibilità alle penne più desiderose di esprimersi con articoli di denuncia o di impegno culturale.

Stesso invito viene ribadito da Antonello La Piana che, in quanto editore della rivista, racconta dell’impegno e degli sforzi fatti per questo “progetto-sogno “ che ha l’ambizione di poter incidere culturalmente, attraverso l’impegno di una redazione che nei prossimi giorni raggiunge il primo anno di attività, proprio il 15 dicembre. A questo fa seguito l’intervento della prof.ssa D’Amico che, facendo parte della redazione “Brevis”, ha descritto l’articolo del mese di novembre, dedicato all’impegno di prevenzione alla violenza di genere, cominciando dal riconoscimento delle “parole tossiche” che si usano nel quotidiano che alimentano stereotipi e violenze e l’importanza invece di un “lessico della cura”, capace di far ripartire un nuovo progetto di società civile.

Durante l’incontro, è stato prezioso anche il contributo di Gregorio Lui, cantautore e musicista siciliano, premiato di recente al Festival “Via dei corti ” di Gravina come migliore cantautore dell’anno, e Ignazio Schirone musicista e produttore del disco, che si sono esibiti con tre canzoni i cui testi sono stati un’ulteriore occasione per elaborare messaggi. Nel testo “Amami” si evidenzia l’amore autentico quello che accoglie ogni nostra diversità, mentre l’importanza di un rinnovamento culturale che come un vento lento, nonostante i drammi della storia, arriva al cuore è stato espresso nel brano “Comu n’cantu lentu” e la potenza di sognare un cambiamento e risvegliarsi dal sonno del torpore e dell’ inettitudine in “Calau lu suli”, grazie al testo di Pippo Fava. È stato un pomeriggio ricco di contenuti e di riflessioni a cuore aperto, dove un’aula stracolma di partecipanti ha ascoltato con interesse intervenendo a fine dibattito. Un ringraziamento è doveroso va a tutti coloro che in questo incontro con passione e generosità hanno offerto il loro prezioso tempo e la loro voce per aver dialogato e dibattuto su come prevenire la violenza di genere.

C’è un dovere civico che la scuola è chiamata ad assolvere, quello dell’impegno al cambio culturale della società e, oggi, questo lo dobbiamo a Giulia, alla sua famiglia, ma anche alle vittime di tutte le violenze di genere e come ha ricordato Gino Cecchettin, padre di Giulia, nel discorso fatto durante i funerali.

“Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi fino a perdere completamente la loro libertà prima di perdere anche la vita…Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti: famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione”.