CATANIA – A distanza di una settimana dalla scomparsa di Cristina, desideriamo aggiungere qualche parola, fra le infinite ascoltate e lette in questi giorni, di vario contenuto. Chi come noi era suo amico da oltre vent’anni, amicizia nata nel quotidiano confronto scolastico e poi cresciuto al di fuori del lavoro, fino a farne parte integrante delle nostre vite, ha vissuto Cristina in una maniera più intima e meno istituzionale.
Quello che ci ha sempre colpito di lei era l’assoluta visionarietà, la capacità di vedere sempre oltre, di guardare alle situazioni in maniera sempre diversa per cogliere, anche dalle apparenti o reali difficoltà od ostacoli, un’opportunità; il farsi guidare dal coraggio e dalla determinazione nelle decisioni che riteneva giuste per la scuola che dirigeva, per gli alunni che la frequentano e per i quartieri nei quali la scuola è inserita.
Quando è arrivata a dirigere questa istituzione scolastica era molto giovane e quello che ci ha colpito sin da subito è stata la determinazione e la sicurezza che aveva e che riusciva a trasmettere a tutti coloro i quali collaboravano con lei. La scuola versava in pessime condizioni strutturali e ambientali, sembrava destinata a dover continuare ad essere la solita scuola di periferia, quasi un avamposto di resistenza nel quartiere. Invece, sin dai suoi primi interventi, sin dai suoi primi passi ha saputo rovesciare questa rassegnata prospettiva e trasformare la scuola in un luogo “magico” in cui poter crescere, alunni e insegnanti, in un’unica visione. Partendo dalle migliorie strutturali, si è fortemente impegnata nella riorganizzazione delle aule, nella creazione e sistemazione di strutture sportive e nuovi laboratori, che insieme ad un’informatizzazione sempre avanguardistica, ha reso la “Musco” un luogo ideale per vivere le giornate scolastiche sia per gli alunni che per il personale.
Una crescita concreta per il quartiere, maggiormente visibile per chi come noi ha visto passare generazioni di alunni, dai genitori ai figli, avvertendo un progressivo miglioramento culturale e sociale negli anni. Esempio ne sono le testimonianze di affetto sincero del quartiere che si sono potute riscontrare sin dalle prime ore dalla tragica notizia. Ma Cristina era soprattutto una sognatrice, che riusciva ad avere sempre i piedi ben saldi per terra. I suoi sogni non si fermavano a una vittoria o a un successo scolastico, andavano oltre, cercando sempre di costruire la sua scuola ideale.
Ha tenacemente ribadito in ogni contesto il suo sogno: i quartieri dell’area sud della città e i suoi abitanti “sono Catania” e meritano le stesse cure e attenzioni degli altri. E allora dopo aver costruito un istituto comprensivo di alta qualità, l’idea della scuola superiore: il sogno era un liceo, una porta che potesse condurre gli alunni verso una prospettiva di miglioramento culturale, attraverso l’arte, la musica e la danza. Non è stato mai semplice, ogni conquista è transitata sempre attraverso quotidiane lotte, fra burocrazia e amministrazioni, alcune poco lungimiranti. Ma non perdeva mai la tenacia necessaria per superare le difficoltà, andava avanti dritta verso i suoi obiettivi e noi respiravamo costantemente quest’ottimismo, che ci dava una spinta ulteriore nel nostro lavoro.
Passando per i corridoi della scuola, incrociando gli occhi tristi dei colleghi e dei ragazzi, si percepisce molto questa assenza. La sua figura sarà sempre un punto di riferimento per tutta la comunità scolastica. Per noi, amici, il vuoto resterà per sempre. Vivremo la scuola con dentro le sue parole, la sua ironia, la sua grande umanità e sapremo che non sarà semplice portare avanti tutti i suoi sogni. Parlando con i molti ex alunni presenti il giorno del funerale, abbiamo compreso che tutte quelle ore trascorse in presidenza, fra caffè e cioccolata fondente, non sono state per nulla vane.
Gli alunni coi loro piccoli o grandi traguardi sono la prova evidente che sognare aiuta a camminare sempre in avanti. E i sogni di Cristina continueranno finché gli alunni, tutti i suoi alunni, andranno avanti come lei ha sempre voluto che facessero.
Articolo redatto in collaborazione con i Professori Mario Zito e Salvo Catalano dell’I.O.S. “Musco”
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