Lettera al Professore Luigi Puglisi, ex docente dell’Istituto Comprensivo “Marconi” di Paternò

Lettera al Professore Luigi Puglisi, ex docente dell’Istituto Comprensivo “Marconi” di Paternò

PATERNÒ –Professore carissimo, amico della scuola, amico di tutti, oggi, 28 aprile 2020, abbiamo ricevuto la funesta notizia della tua improvvisa dipartita e, volendo offrirti l’estremo dono dovuto, ti vogliamo ricordare così come ti abbiamo conosciuto, perché la morte non esiste: si muore soltanto quando si viene dimenticati.

Nessuno potrà mai portarti via dal nostro cuore: i ricordi sono l’unico paradiso dal quale non possiamo essere cacciati.

Professore Puglisi, sempre col sorriso verso tutti: dirigenti, alunni, personale tutto della tua amata scuola; oggi più che mai sei nel cuore di tutti noi, col tuo esempio di instancabile educatore dell’Istituto Marconi, a cui tanti anni della tua carriera e della tua vita hai dedicato come docente e come vicario, nel cuore di chi ha condiviso con te ore di lezione, gare, gite, esami, scrutini, collegi, manifestazioni conclusive, e tanti, intensi momenti di molti anni scolastici.

In questa giornata di sole, nel campetto Marconi risuona ancora nel ricordo la tua voce argentina, e parla di te che hai allenato ed educato all’amore per l’atletica tante generazioni di alunni, anche dopo la cessazione del servizio, fino alla fine, poiché vivevi il tempo del pensionamento continuando ad allenare futuri atleti.

Perché non di rado arrivavano nelle classi i piccoli di prima media che ti annunciavano che tu eri stato il Professore dei loro genitori, come lo sei stato di tanti docenti che oggi fanno parte della squadra Marconi: il tuo ‘fare scuola’ era vivere sempre la scuola, intensamente e attivamente, con una coerenza e uno stile inconfondibili. La ‘tua’ scuola è stata sempre il ‘Marconi’, dicevi a tutti che era una tua scelta ed è stata la tua seconda casa per quaranta lunghi anni.

Il 18 febbraio, nella giornata dedicata al Risparmio energetico, hai tenuto un’appassionata conferenza a numerosi studenti in sala ‘Bianca di Navarra’ (il nome l’hai proposto proprio tu, ricordi?). Hai parlato della Valle del Simeto, dell’effetto serra, del buco dell’ozono, del surriscaldamento della terra, dello scioglimento dei ghiacciai, di cosa fare per fermare il degrado. Sei tornato a Scuola anche poco prima della chiusura di marzo a causa del lockdown per il Covid-19, per salutare il Dirigente Scolastico Prof.ssa Maria Santa Russo, la DSGA sig.ra Carmela La Manna e alcuni docenti di quello staff di Presidenza, con cui per tanti anni avevi lavorato: impossibile per te stare lontano da quel mondo, dove avevi vissuto la tua ‘vocazione per la professione docente’ e volevi salutare ancora una volta i ragazzi e tutti i tuoi colleghi.

Indimenticabile Professore Puglisi sempre col sorriso per tutti e persona gentile e garbata. Ti ricordiamo e piangiamo in molti: i tuoi colleghi, che hanno avuto l’onore e il privilegio di trascorrere anni di esperienza ‘sul campo’ con te tra attività didattiche, esami, progetti, trasferte, conferenze; i tuoi alunni, che hanno espletato le tanto attese gare di atletica di fine anno, con il podio e le medaglie brillanti, vinte dopo instancabili e infiniti giri di campo, allenamenti ed esercizi, che avranno sempre nel cuore i tuoi saggi consigli, le tue lezioni di vita sull’amore per la natura, il rispetto per l’ambiente, la lealtà, la legalità, la spiritualità alternativa in una scuola fatta di infinita dedizione, professionalità, passione; il Dirigente e tutto il personale della scuola da te tanto amata, che ti hanno apprezzato per l’idealismo e l’onestà di cui eri portatore.

Sei stato un esempio di coerenza per tutti anche nel tuo anticonformismo: credevi in ciò che dicevi e facevi solo ciò in cui credevi. Presidente dell’Associazione ‘Vivisimeto’, convinto ambientalista, amante della tua terra, del fiume Simeto e della Natura: ricordiamo le tue osservazioni e le tue lezioni sulla bellezza del fiore del cappero e sulla flora simetina e le tue parole ‘Bisogna educare i bambini, i ragazzi e anche i grandi alla bellezza‘.

Siamo vicini al dolore della famiglia e chiediamo che

Mollia non rigidus caespes tegat ossa nec illi, terra, gravis fueris: non fuit ille tibi’

Atque in perpetuum, Luigi, ave atque vale’.

(Letteralmente: ‘Non copra le tenere ossa una dura zolla, e per lui, terra, non essere pesante: egli non lo fu per te. Ti saluto per sempre, Luigi, addio‘).