CATANIA – Le nostre esistenze e le nostre abitudini, in questi ultimi mesi, hanno subito un cambiamento sostanziale e in qualche modo radicale. Il mondo scolastico è stato chiamato, improvvisamente, a imbastire un nuovo sistema relazionale basato sulla cosiddetta “DaD” ossia “didattica a distanza”.
L’Istituto Omnicomprensivo “Pestalozzi”, guidato dalla Dirigente Scolastica, Professoressa Elena Di Blasi, ha messo in campo tutti gli strumenti per attuare le procedure previste superando criticità e adattandosi velocemente alla nuova situazione.
La scuola opera in un quartiere periferico in cui gli istituti scolastici rappresentano, a buon diritto, il segno tangibile della presenza delle istituzioni e sicuro punto di riferimento per le famiglie per le quali la sospensione della didattica in presenza poteva costituire una complicazione. Saldi nel convincimento che tutti, indistintamente, abbiano il diritto di avere pari opportunità perché l’istruzione ha carattere “universale” e la sua funzione consiste nella formazione di un individuo che sappia operare scelte consapevoli nel rispetto delle leggi che regolano la civile convivenza, i docenti hanno cercato di assolvere al loro compito. Fondamentale, quindi, è apparso necessario creare ponti e non barriere, favorire scambi e rapporti sociali cercando di sopperire ai bisogni che questa situazione ha evidenziato.
Il rischio educativo, però, di “capitolare” alla “realtà virtuale” che è di per sé una sorta di ossimoro e che può legittimare un circuito autoreferenziale, doveva essere scongiurato favorendo invece la percezione della “realtà reale” che non andava censurata, messa in un angolo solo perché difficile da comprendere. Era necessario che gli alunni venissero aiutatati a trovare il positivo, il bello e questo lavoro andava svolto insieme. Le classi sono piccole comunità e la distanza ha fatto comprendere quanto ogni componente sia importante, se manca un musicista la “musica” cambia e non è la stessa cosa. Nessuno doveva essere lasciato indietro!
Tenendo presente, quindi, che il punto focale di ogni azione educativa è la centralità dell’alunno è stato immaginato un percorso formativo che potesse valorizzare la creatività e inducesse ad “amare” la poesia quale veicolo di “Bellezza” in un momento storico così difficile. Come fare? Si è pensato di proporre la realizzazione di Calligrammi, ossia l’arte di coniugare versi e immagini sicura che il livello iconico avrebbe attratto l’interesse dei miei alunni. La “forma” della lirica determinata dal segno grafico e dalla sensazione visiva ha suscitato il loro entusiasmo e ha dato vita ad una produzione copiosa.
Si tratta pur sempre di lavori eseguiti da ragazzi del primo anno della secondaria di primo grado, ma tutti loro hanno creato dei “capolavori”, e leggere la soddisfazione e il compiacimento nei loro occhi è stato il segno che l’obiettivo prefissato era stato raggiunto. Un ringraziamento è stato espresso dai docenti a tutti gli alunni della I A che hanno risposto agli input con lo sguardo “curioso” tipico della loro età, aperti alla realtà, alle novità, al cambiamento. Denise e Alessia hanno disegnato con i loro versi stelle, sole e luna, alberi; Flora nuvole e monti; Daria occhiali per avere la capacità di “vedere” veramente le persone; Gaetano una mano che possa “abbracciare” tutti e un ”uovo arcobaleno” come simbolo della pace, Damiano un gelato che “sorride” e poi farfalle, fiori e tanto ancora. I loro lavori hanno rivelato un mondo, il loro, che non è occupato solo da videogames e amicizie virtuali, che forse agli adulti qualche volta sfugge, ma che esiste e che vale la pena conoscere.
Dostoevskij scriveva “La bellezza salverà il mondo”. È una grande verità. Gli allievi sono riusciti a dimostrarlo mettendosi in gioco, accettando una sfida, cimentandosi in una prova che inizialmente poteva sembrare ad alcuni un po’ difficile ad altri noiosa, finché non hanno intuito che è possibile guardare la realtà da un altro punto di vista, che è giusto usare la propria “testa” e che la poesia è qualcosa che rende migliori le persone, più belle! La poesia, appunto, questa “cosa antica”, anacronistica, ritenuta da alcuni inutile e invece inaspettatamente stupenda, interessante perché parla al nostro io più profondo e perché è anche, al contrario, in grado di comunicare i nostri desideri agli altri creando una osmosi.
Incentivare la lettura e la conoscenza dei grandi poeti, affinare la sensibilità, allargare l’orizzonte, desiderare di migliorare se stessi e il mondo, tutto ciò è solo l’inizio di un percorso appassionante. La Pestalozzi contribuisce a diffondere la Cultura del Bello investendo tutto sulla formazione di una rinnovata consapevolezza dei nostri studenti!
Un altro seme è stato piantato.